«L’atto sul quale si fonda la procedura di revoca – spiega il sindaco di Eboli, Massimo Cariello – non è un provvedimento ammnistrativo, ma una proposta-istanza che abbiamo inoltrato alla Regione, seguendo gli obiettivi indicati dai protocolli di destinazione d’uso, senza stravolgere nulla. Siamo in attesa che la Regione si pronunci e naturalmente ci adegueremo alle indicazioni regionali. L’interlocuzione con la Regione dura da mesi, si chiuderà quando da Napoli ci faranno conoscere le loro determinazioni.
Piuttosto, rimango sempre più sbalordito per la presa di posizione di don Enzo Caponigro, un sacerdote ebolitano dal quale ci saremmo aspettati supporto e sostegno per decine di pazienti e di lavoratori e per le loro famiglie, invece registriamo solo accuse e minacce che finiscono per ripercuotersi sui pazienti disabili e sugli operatori, il tutto per coltivare i propri disegni». Sul piano strettamente tecnico, la proposta di integrazione della destinazione segue totalmente le indicazioni contenute negli atti di finanziamento.
«L’opera è stata realizzata in conformità con quanto previsto dal finanziamento – sottolinea il vicesindaco, Cosimo Pio Di Benedetto -. Si è registrato prima un finanziamento FAS APQ e poi l’ammissione a POR FESR-obiettivo 6.3. La deliberazione del Comune di Eboli segue per intero la previsione di destinazione APQ, sostanzialmente aiuto e supporto alle fasce disagiate della popolazione.
Il Comune di Eboli si è rifatto interamente alle previsioni APQ, con un’ipotesi di potenziamento dei servizi socio assistenziali sanitari e punta al miglioramento di vita di classi svantaggiate ed all’aumento della presa in carico degli anziani. La stessa disponibilità temporanea all’ISES si spiega con la volontà di garantire le necessarie terapie ai pazienti. Quindi tutto in linea con le prescrizioni del finanziamento, per questo abbiamo chiesto la cancellazione della procedura di revoca dei fondi».
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