Un’esplosione di colori, una festa in piena regola d’arte per un blue carpet scandito da passi di danza e selfie sfrenati. A sfilare – accanto ai Minions e Gru – Max Giusti, Paolo Ruffini e Arisa che hanno dato la propria voce al nuovo capitolo firmato Illumination Entertainment e distribuito da Universal Pictures nelle sale dal 24 agosto. Si trasforma il Gff, letteralmente invaso dai famosi omuncoli gialli della saga animata. “Vorrei una cittadinanza in questo posto. Arrivi e sei accolto magnificamente, trovi dei ragazzi che vogliono parlare di cinema – ha sottolineato entusiasta Paolo Ruffini -. Qui c’è un estratto del cinema, a volte il settore è fatto di critici noiosi e snob: Giffoni è una spremuta di cinema, come quando dall’estrattore tiri fuori il buono della frutta. Questo Festival è tirare fuori il buono del cinema, il futuro”. Un amore che si rinnova, la grinta di Ruffini torna al Gff ed è subito show. La sua voce è per una new entry del terzo capitolo del film, Balthasar Bratt: “Presto la mia voce a un finto cattivo, un infelice che sfoga con cattiveria assoluta il suo insuccesso. In questi film sono belle anche le guerre, si combattono a colpi di danza e non di armi”.
Un cartone che insegna, e segna. “Sono al mio terzo Cattivissimo Me, ormai non riesco più a separarmene – ha raccontato ai giurati Max Giusti -. È stato il primo cartone ad aprire nuove strade, i bambini ci vedono un cartone e i grandi un film. Lancia un messaggio di positività e bontà”. Una squadra vincente che fa impazzire i giurati, carichi di curiosità e aspettative. “Lucy, il personaggio che ho doppiato in due serie è una bellissima amica da incontrare, è cresciuta e mi somiglia molto. Tra noi tante affinità e cose in comune – ha spiegato al pubblico Arisa -. Questo film vuole far capire che le cose che sembrano cattive sono quelle che vivono un problema, bisogna avere sempre comprensione perché la negatività è frutto di incomprensione e disagio”. Uno spettacolo ricco di effetti speciali quello creato ieri, accompagnato da una performance istantanea del camaleontico Giusti. Con le voci di Ligabue e Vasco Rossi ha spiegato l’arte del doppiaggio, incantando la Sala Truffaut. “Cattivissimo Me è stato un lavoro certosino, negli anni è diventata una cosa sempre più grande – ha continuato Giusti -. Il primo è stata una scommessa, il secondo una promessa e il terzo una conferma che sta avendo un richiamo mediatico stravolgente”.
Un incontro ricco di spunti di riflessione e messaggi importanti indirizzati al cuore della platea euforica. “La diversità in rete non è sempre ben vista, ma si può recuperare. I giovani come voi possono recuperare – ha esortato Ruffini – riempiamo di tante cose belle la realtà virtuale. Chi vive le difficoltà, chi ha un cromosoma in più, chi ama, chi combatte l’emarginazione non deve essere soggetto di derisione e cattiveria. Siete voi che potete cambiare, che potete dare un senso nuovo alla realtà”. Lezioni preziose, da custodire strette. “Ho approcciato a “Cattivissimo Me” sette anni fa quando stavo per diventare papà e quando ho visto per la prima volta il film ho pianto come un bambino – ha spiegato ancora Giusti -. Avere a che fare con il mondo dei bambini è un’opportunità, ti purifica. Viviamo in un mondo fatto di botteghini e funzionalità, nei cartoni invece c’è il sogno”. Il giallo di “Cattivissimo Me 3” ha colorato una delle pagine più intense di questa 47esima edizione: “Siate felici, stringetela sempre a voi la felicità e la libertà”.
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