Lavorano nel più stretto riserbo gli investigatori della Squadra Mobile che danno caccia agli assassini di Ciro D’Onofrio, ammazzato domenica sera in viale Kennedy a Pastena. Nella caserma Pisacane si lavora senza sosta su alcune piste, sotto esame i tabulati telefonici e le immagini di videosorveglianza in funzione nella zona dell’omicidio ma anche i legami ed i movimenti del 35enne, originario di Matierno, da poco residente a Sant’Eustachio. Nessuna pista è al momento privilegiata, ma lo spaccio di droga resta il punto di partenza per ricostruire il movente dell’omicidio ed individuare gli assassini di D’Onofrio.
La vita del 35enne è stata passata al setaccio, sono stati ascoltati parenti ed amici. Alcuni personaggi noti alle forze dell’ordine sono stati interrogati e sono state svolte numerose perquisizioni domiciliari. I ferimenti di Gennaro Caracciolo e Silvio Franceschelli, con i quali D’Onofrio aveva rapporti altalenanti, rimangono un punto di riferimento, come i colpi esplosi nei pressi dell’abitazione di alcuni familiari di D’Onofrio. Gli uomini del vice questore Lorena Cicciotti stanno mettendo insieme i tasselli del mosaico per capire se i fatti avvenuti a Matierno possano essere stati il preludio di quanto successo domenica sera. Certamente D’Onofrio, ferito con tre colpi di pistola, di cui uno mortale, ha avvertito il pericolo tanto da tentare la fuga. Intanto ieri pomeriggio, a Matierno, parenti ed amici hanno dato l’ultimo saluto al 35enne.
Fonte LIRATV
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