C’è apprensione per il fiume Fusandola a Salerno in vista delle temute bombe d’acqua che di solito seguono i periodi di grande siccità.
«I residenti della zona sono estremamente preoccupati per la situazione di tutto il corso del torrente, da valle fino alla foce – spiega Oreste Agosto , attivista della Piattaforma Jean Jacques Rousseau –.
Nella parte alta è pericolosissimo perché le infrastrutture per la messa in sicurezza del versante, dal ’54 non sono mai state oggetto di interventi di manutenzione; il letto del fiume è un bosco e a valle, è stato deviato in maniera preoccupante per i lavori del Crescent, anche in beffa alle raccomandazioni della Soprintendenza che aveva tentato di depotenziare l’impatto di questa deviazione a gomito, come si vede nelle mappe».
Un timore, quello dei cittadini suffragato dalle considerazioni del geologo Alberto Alfinito .
«Le briglie nella zona di Canalone, a monte del Fusandola – chiarisce il tecnico – non sono completamente interrite. Pertanto, siccome ci sono diverse colate sia da versante incanalato che aperto che possono essere mobilizzate, le condizioni di rischio sono ancora molto elevate.
Inoltre, il salto tra via Spinosa e via Fusandola è uno dei punti più pericolosi perché, nel caso di un’alluvione o di una colata rapida non arriva solo acqua pulita, ma fango e detriti ad una velocità tale che il flusso non andrà certo ad infilarsi nella parte tombata del Fusandola, ma andrà ad investire tutto ciò che trova in superficie lungo via Fusandola e poi via Roma o via Portacatena, proprio come avvenne nel 1954».
Le criticità evidenziate e denunciate dal geologo Alfinito sono localizzate nelle zone alte del torrente, dove la presenza di strozzature naturali o artificiali, abbinate agli intoppi creati dalla vegetazione incolta e sedimentata da tempo, potrebbero essere la causa principale di eventuali esondazioni e allagamenti su via Fusandola e sulle strade più a valle. In tal caso, anche se il tratto terminale avesse ancora la sua conformazione, la cosa sarebbe ininfluente, come purtroppo si verificò nel lontano 1954 e come sarebbe il caso di tenere bene a mente, a futura memoria, onde indirizzare risorse ed energie soprattutto per la stabilizzazione e la messa in sicurezza della parte a monte del torrente.