Posso solo ricordare che il procedimento non è concluso, che ci si trova nella fase cautelare e che l’indagato, in forza della misura cautelare e provvisoria adottata nei suoi confronti, è e sarà sottoposto ai controlli delle forze dell’ordine».
Così in serata il presidente vicario del Tribunale di Reggio Emilia, Cristina Beretti, in una nota, dopo la revoca dei domiciliari al pakistano richiedente asilo che, arrestato mercoledì scorso con l’accusa di aver violentato un ragazzo disabile nella Bassa Reggiana, ora ha solo l’obbligo di firma.
«Ogni provvedimento giudiziario – sottolinea la presidente vicario – è criticabile e ogni decisione può essere discussa con modi civili e non esasperati che mai devono trascendere nell’insulto e nella minaccia nei confronti di chi quella decisione ha preso.
Le decisioni del giudice per le indagini preliminari nel nostro sistema possono essere sottoposte al vaglio di un giudice superiore e questo è garanzia per tutti ed è espressione di civiltà giuridica». Nel caso specifico, la particolarità della vicenda, che coinvolge un minore, ha suscitato un comprensibile dibattito pubblico.
Cirielli: «Con noi al Governo leggi contro queste decisioni»
“Il pakistano che ha stuprato un 13enne disabile in provincia di Reggio Emilia è già libero. Il gip ha respinto la custodia cautelare in carcere chiesta dal pm e ha disposto solo l’obbligo di firma e l’allontanamento dalla vittima. Se il popolo vorrà Fratelli d’Italia al governo, faremo leggi che impediranno queste decisioni contro l’etica e il buon senso comune, e se qualche giudice le violerá sarà immediatamente destituito e licenziato”. È quanto dichiara Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, responsabile del Dipartimento Giustizia del partito.
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