Gestione separata: cartelle salate per gli avvocati salernitani

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Lettere di addebito dell’Inps, che ha iscritto d’ufficio molti professionisti alla Gestione Separata sono giunte a migliaia di avvocati salernitani e campani.

Si parla di oltre 3mila professionisti tra città e provincia, quasi 15mila se si considera l’intera regione e 65mila allargando l’orizzonte a tutta Italia. A darne notizia il quotidiano Le Cronache oggi in edicola.

Le richieste dell’Inps sono in media nell’ordine delle 2.500-3.000 euro per singola cartella anche se c’è chi si è visto recapitare avvisi per 30.000 euro. In risposta a tale intervento, sul web sono nati gruppi di professionisti che si scambiano informazioni e sentenze tese a tutelarsi.

L’iscrizione d’ufficio dell’Inps alla Gestione Separata dei professionisti che, è bene non dimenticarlo, pagano già contributi molto esosi alle rispettive casse previdenziali ha già colpito ingegneri, commercialisti e altre categorie. In migliaia non hanno pagato la gestione separata perché convinti di appartenere alla cassa professionale.

E non sbagliano. Ad agosto migliaia di avvocati ricevono avvisi di addebito per l’anno 2011. All’epoca la cassa forense prevedeva che coloro i quali avessero un reddito inferiore a una certa soglia non dovessero pagare nulla alla cassa.

Oggi tale normativa è cambiata e dal ,2013 la sola appartenenza all’albo implica il pagamento dei minimi previdenziali alla cassa. Il punto è che fino al 2013 la cassa forense aveva previsto che chi non raggiungeva un certo reddito doveva essere agevolato e non dovesse pagare alcunché.

Ovviamente è una contraddizione credere che dovessero pagare la Gestione Separata. Centinaia di sentenze, anche di Corte d’Appello, ha stabilito la ragione del professionista colpito da cartelle di addebito ma ciò nonostante l’Inps continua a terrorizzare le persone.

La normativa prevede che a dover pagare la Gestione Separata siano i soggetti che svolgono attività il cui esercizio non sia subordinato all’iscrizione ad appositi albi professionali ovvero attività non soggette al versamento contributivo agli enti di cui al comma 11 in base ai rispettivi statuti e ordinamenti.

“Ovvero” indica che le due condizioni sono autonome e non devono essere presenti contemporaneamente necessariamente. Gli avvocati e i praticanti avvocati nonché tutti i professionisti raggiunti dall’avviso, essendo iscritto agli albi non dovevano effettivamente pagare l’Inps. Gli avvisi di addebito e in alcuni casi le cause di recupero crediti avviate dall’Inps rappresentano un costo per il contribuente atteso anche che in genere, una volta soccombente l’istituto di previdenza è stato condannato anche a pagare le spese.

Si aggiunga che la giurisprudenza ha stabilito che coloro che avevano diritto alla pensione da enti autonomi avevano diritto alla restituzione dei contributi eventualmente versati all’Inps se quest’ultimi non avessero garantito il diritto a una forma pensionistica. Pertanto, ancora di più non ha senso l’operazione di recupero di credito posta in essere dall’Istituto nazionale della Previdenza Sociale

Fonte Le Cronache

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