Il piccolo cuore di Mattia Chiarito, sette anni appena, ha cessato di battere l’altro ieri, nella camera dell’hospice pediatrico dell’ospedale di Padova dove era ricoverato da qualche giorno, da quando il suo quadro clinico era improvvisamente precipitato, con i principali organi interni oramai del tutto debilitati.
A distanza di anni. E un colpo devastante per il padre Michele e la madre Sara, catapultati nel medesimo sconvolgente incubo che aveva già lacerato le loro esistenze. Perché anche il fratellino Alessandro, poco più di 6 anni, si era spento a causa di quella patologia congenita nel 2013. Stessa diagnosi, stessi sintomi, stessa odissea di consulti specialistici, stesso esito fatale. E ora la stessa disperazione e incredulità.
«I medici non sono mai riusciti a capire di che cosa soffrissero», sono le prima parole che il padre, operaio,pronuncia affacciandosi per un attimo dalla finestra di casa a Giarre di Abano. «Si sa solo che è una malattia degenerativa che attacca polmoni, cervello e cuore. In certi casi, si può vivere a lungo, ma per Mattia e Ale non è stato così….».
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