Il 13 ottobre, infatti, ricorrono i due anni dall’approvazione dello Ius Soli in prima lettura alla Camera dei Deputati; 2 anni da quando, quindi, la legge si trova al Senato in attesa di approvazione definitiva. L’Associazione “Filo Rosso” ritiene che la legge in discussione, che introduce una forma temperata di Ius Soli e lo Ius Culturae, sia una norma di civiltà e di giustizia per tanti nostri coetanei che da sempre vivono, studiano e lavorano in Italia, ma che non si vedono riconosciuti l’elementare diritto alla cittadinanza.
Luciana Ranieri riporta, in particolare, l’attenzione agli stranieri presenti nelle nostre scuole. “Secondo dati pubblicati nella raccolta del MIUR “Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano” pubblicata a marzo 2017 si registravano nell’A.S. 2015/2016 5.334 alunni stranieri vale a dire 3 stranieri ogni 100 abitanti. La media italiana è 9,2 studenti ogni 100, vedendo Salerno in linea al resto del Mezzogiorno in cui gli studenti sono 3,2, numero più alto però rispetto a Napoli che si colloca a 1,7.
Queste cifre sembrano basse ma è necessario un intervento deciso di integrazione e riconoscimento di questa presenza, al fine di non ritrovarci tra quindici anni a vivere gli stessi problemi della Francia con le seconde e terze generazioni di immigrati”.
Di fronte a questa lesione, a nulla servono i tatticismi. Non c’è momento giusto o tempismo che tenga in confronto a una battaglia per i diritti delle persone. Sarà una legge storica per l’Italia, che oggi, come molti Paesi europei hanno già fatto, si trova a prendere atto che il suo tessuto sociale è profondamente mutato. Approvare la legge di cittadinanza non significa snaturare la nostra cultura, bensì dare diritti a tanti giovani che sono nati qui o vivono qui da sempre e che già da tempo quella cultura l’hanno fatta propria.
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