Alla prima metà è stata distribuita una documentazione su come smettere di fumare, mentre alla seconda sono stati messi a disposizione un sostegno psicologico, sostituti della nicotina e una ricompensa monetaria. Quest’ultima ammontava a 250 dollari dopo i primi sei mesi senza fumo, con un supplemento di 500 dollari per i sei mesi successivi. Secondo i risultati, il 10% di coloro che hanno potuto ottenere un incentivo ha smesso di fumare dopo metà anno, il 12% dopo un anno.
Percentuali che precipitano rispettivamente all’1 e al 2% per l’altro gruppo. Per i ricercatori, quindi, il premio in denaro avrebbe rappresentato “probabilmente una motivazione importante”, concludono. L’effetto non è però quantificabile, visto che i partecipanti hanno pure avuto a disposizione personale medico e trattamenti sostitutivi.
Il problema, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è dove reperire i fondi, anche se non è un azzardo ritenere che il denaro pubblico speso a titolo d’incentivo potrebbe essere inferiore a quanto lo Stato spende a lungo termine per gli effetti negativi complessivi sulla salute determinati dal tabagismo.
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