Un’ora più tardi, alle 18, è in programma la celebrazione eucaristica, che dà inizio ad una settimana di adorazione e preghiera. Le spoglie del Santo, ricordato come il don Bosco del Sud e canonizzato il 16 ottobre 2016 da Papa Francesco, rimarranno nella chiesa di via Adriano Falvo fino a sabato 11.
Il programmato prevede una settimana intensa di riflessione e di preghiera e rivolge una attenzione particolare ai ragazzi, ai quali il sacerdote nato ad Angri nel 1839 dedicò la sua vita e il suo ministero.
Da lunedì, poi, sono attesi almeno seicento religiosi per l’omaggio ad Alfonso Maria Fusco, con la chiesa di Santa Maria ad Martyres destinata a divenire crocevia di fedeli e pellegrini. Esattamente un anno fa, la canonizzazione in San Pietro, alla presenza di duemila persone provenienti dalla diocesi di Nocera Inferiore-Sarno con alla testa il vescovo Giuseppe Giudice ed il vescovo emerito Gioacchino Illiano.
Con loro c’era Gershom, il bambino zambiano miracolato da Alfonso Maria Fusco, che gli è valsa la santità. Papa Francesco ed il tribunale per le canonizzazioni hanno preso in esame numerose testimonianze di miracoli: tra questi, quello per suor Maria Dulcis Miniello, religiosa Battistina colpita nel 2009 da un doppio aneurisma cerebrale e guarita, per intercessione del fondatore della sua congregazione, senza alcuna spiegazione scientifica. Già prima di nascere, ad Angri, Alfonso Maria Fusco era un predestinato: la madre, pellegrina sulla tomba di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori a Pagani, ebbe la visione della santità del figlio.
Fusco dedicò una vita intera agli altri, tra dolore, sacrificio ed amore senza condizioni. Sacerdote ad Angri, è oggi venerato in una cappella creata nella casa delle suore Battistine. Nato nel 1839, Alfonso Maria Fusco fu ordinato sacerdote nel 1863 e si distinse per il lavoro nell’educazione dei bambini e dei giovani, soprattutto i più poveri.
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