La Regione Campania ha approvato oggi, con delibera di Giunta, il Regolamento sull’utilizzo delle acque potabili ed irrigue oltre a realizzare un vero e proprio catasto dei pozzi a scala regionale.
“Siamo la prima regione italiana ad essersi dotata di un regolamento in materia – dichiara Franco Alfieri, capo della segreteria del Presidente De Luca e suo delegato all’Agricoltura – andando cosi’ a colmare un vuoto normativo nazionale sull’uso dei pozzi per scopi agricoli e zootecnici. Abbiamo apportato una serie di modifiche al regolamento regionale 12/2012, relative alle concessioni di piccole derivazioni, introducendo aspetti innovativi”. In particolare, in funzione del loro impiego, sono stati previsti nuovi valori di riferimento oltre al 31/2001(potabilità), come il 185/2003 (riutilizzo di acque in agricoltura) o la possibilità di valutazioni sito-specifiche. Infatti, nel caso in cui le acque destinante al consumo zootecnico o all’irrigazione su colture alimentari non risultino conformi ai valori soglia stabiliti, il loro utilizzo potrebbe essere comunque possibile attraverso la predisposizione di una procedura di valutazione sito-specifica, cosi come proposto dall’Istituto Superiore di Sanità.
Per testare l’efficacia delle modifiche introdotte, è stata eseguita una verifica su circa mille campioni di acque destinate ad uso irriguo e zootecnico, prelevati nell’ambito del piano ‘Campania Trasparente’. Dall’indagine è emerso che oltre il 60 per cento dei campioni utilizzati risulta conforme ai valori limite del DM 185/2003 relative ad alcuni parametri chimici (ferro, manganese, fluoruri, cloruri, boro, selenio, solfati, zinco, PCE, ecc.).
“Siamo la prima regione italiana ad essersi dotata di un regolamento in materia – dichiara Franco Alfieri, capo della segreteria del Presidente De Luca e suo delegato all’Agricoltura – andando cosi’ a colmare un vuoto normativo nazionale sull’uso dei pozzi per scopi agricoli e zootecnici. Abbiamo apportato una serie di modifiche al regolamento regionale 12/2012, relative alle concessioni di piccole derivazioni, introducendo aspetti innovativi”. In particolare, in funzione del loro impiego, sono stati previsti nuovi valori di riferimento oltre al 31/2001(potabilità), come il 185/2003 (riutilizzo di acque in agricoltura) o la possibilità di valutazioni sito-specifiche. Infatti, nel caso in cui le acque destinante al consumo zootecnico o all’irrigazione su colture alimentari non risultino conformi ai valori soglia stabiliti, il loro utilizzo potrebbe essere comunque possibile attraverso la predisposizione di una procedura di valutazione sito-specifica, cosi come proposto dall’Istituto Superiore di Sanità.
Per testare l’efficacia delle modifiche introdotte, è stata eseguita una verifica su circa mille campioni di acque destinate ad uso irriguo e zootecnico, prelevati nell’ambito del piano ‘Campania Trasparente’. Dall’indagine è emerso che oltre il 60 per cento dei campioni utilizzati risulta conforme ai valori limite del DM 185/2003 relative ad alcuni parametri chimici (ferro, manganese, fluoruri, cloruri, boro, selenio, solfati, zinco, PCE, ecc.).
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