L’attesa sentenza dei giudici del tribunale di Salerno è arrivata ieri in tarda serata.
Per il decesso della giovane mamma cilentana sono stati condannati a un anno (pena sospesa) i ginecologi Carmine Pagano e Gennaro Luongo , quest’ultimo medico di fiducia della donna. Assolti per non aver commesso il fatto, invece, gli altri due imputati: l’anestesista V. A. M. e il ginecologo F. M. . Lo scrive il quotidiano La Città oggi in edicola.
L’ipotesi portata avanti dall’accusa è che a provocare l’emorragia, che le sarebbe poi stata fatale, sia stata la placenta accreta: in pratica la placenta, che normalmente si stacca dall’utero dopo il parto per essere poi espulsa, sarebbe stata attaccata più in profondità, aderendo allo strato muscolare di cui sono costituite le pareti dell’utero.
Stefania aveva rinunciato al ricovero presso l’ospedale di Vallo della Lucania, perché a Salerno si sentiva più serena. Tant’è che era entrata da sola, rifiutando la barella, in sala parto.
È qui che la sera del 4 maggio inizia il suo calvario: alle 23 nasce Maria Pia. La bimba viene portata al papà. Tutti attendono l’uscita della mamma dalla sala parto. Ma il momento tanto atteso ritarda per delle complicazioni.
La donna viene sottoposta ad un delicato intervento chirurgico, forse per una emorragia interna. Alle 4 del mattino, dopo ben cinque ore dal cesareo, esce dalla sala operatoria. I medici le danno poche possibilità di sopravvivenza. Il giorno successivo ha altre complicazioni. Viene riportata in sala operatoria alle 13 del 6 maggio: questa volta le asportano la milza. Poi ha una serie di arresti cardiaci, ma resta in vita. Sottoposta ad una Tac, viene fuori un edema. Il 9 maggio va in coma, due giorni dopo muore
Commenta