L’ha stabilito la Corte di Cassazione, che ha confermato il sequestro del telefonino di un cinquantenne sorpreso a fotografare una donna in un centro commerciale di Palermo, senza il consenso della diretta interessata. L’uomo è stato indagato per molestie e il pm aveva chiesto e ottenuto appunto il sequestro del telefono, per accertare la presenza delle immagini all’interno dello smartphone.
Per la Cassazione, il reato di molestie è contestabile in caso di comportamenti «astrattamente idonei a suscitare nella persona direttamente offesa, ma anche nella gente, reazioni violente o moti di disgusto o di ribellione, che influiscono negativamente sul bene giuridico tutelato che è l’ordine pubblico». Per i giudici, nel caso di specie, c’è stata un’interferenza momentanea nella tranquillità del privato.
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