«La mostra delle opere di Antonio Ambrosino – rileva il Sindaco Gianfranco Valiante –, rivolge l’attenzione a un giovane artista campano che da tempo opera tra Cortina d’Ampezzo e altre città dell’Europa centrale. Un’esposizione prodotta dal Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi unitamente ad altri enti museali e a fondazioni private, che ha visto il suo primo allestimento a Colonia, presso l’Istituto Italiano di Cultura e oggi si propone negli spazi del nostro Museo-FRaC: è la testimonianza della validità del nostro intendere la promozione culturale, disponendola al confronto, all’incontro con altre realtà, al tempo stesso una chiara risposta alle proposte dei giovani artisti dell’intera Campania».
Sulle pareti della Galleria dei Frati, poco meno di quarantacinque opere sculture in silicone, terracotta, maiolica, ceramica, fotografie, direct print e disegni, realizzate in questi ultimi anni. Dalla serie di stampe fotografiche montate su alluminio Dibond, dal titolo Naturalmente sguardi, avviata negli ultimi sette anni, in pratica dal 2011, nella quale si afferma un processo di consapevole e raggiunta astrazione a quella dal titolo Encode in silicone. A questi primi due cicli di opere si aggiunge la serie degli Attimi in blu realizzata tra il 2017 e quest’anno.
«Una certa irrequietezza stilistica – scrive Bignardi nel testo al catalogo –, è il dato che emerge dalle esperienze creative di Antonio Ambrosino realizzate in quest’ultimo decennio. Sia chiaro, non mi riferisco alle pratiche con le quali l’artista approccia il vitalismo del suo immaginario, quanto al fondamento che sostiene la sua necessità di costruire un dialogo con la propria identità esistenziale. Parafrasando quanto Calvino scriveva per la letteratura, possiamo dire che per Ambrosino l’esperienza dell’arte è, innanzi tutto, astrazione e formalizzazione.
Mi spiego: il processo di contatto con il mondo, dunque con quella che comunemente chiamiamo realtà, avviene per l’artista attraverso il filtro dell’astrazione, generalmente tendente a scoprire la vitalità del segno che, nella dimensione pittorica quindi d’immagine legata ad uno “spazio”, appartiene alla percezione visiva. Di qui il suo costante riferimento ad immagini cariche di un analogismo che sfiora il ready-made, cioè di pitture già fatte, pronte per l’“uso”, ovvero quelle che l’artista osserva nelle frequenti e continue perlustrazioni messe in campo dalla visione».
Antonio Ambrosino è nato a Napoli nel 1982 e si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli ove si diploma in Scultura. Avvia la sua attività espositiva già nel 1998 con la partecipazione al Premio in onore delle celebrazioni Leopardiane di Torre del Greco (NA). Nel 2005 allestisce, presso la Galleria Selezioni d’Arte di Salerno, la sua prima mostra personale Tracce del corpo e partecipa al XVI Premio Camposauro di Vitulano (BN) nonché al Premio Vigna degli artisti di Vinci (FI), dove riceve una menzione speciale per Breath, realizzata con la collaborazione di Tommaso luliano, opera successivamente acquisita dal Museo FRaC, Baronissi (SA).
Nel 2007 è tra gli artisti invitati alla mostra collettiva “Echi Temporanei” tenutasi ancora presso il Museo FRaC. Nel 2008 figura alla XIII Biennale d’Arte Sacra presso il Museo Stauròs d’Isola del Gran Sasso (TE), mentre nel 2009 partecipa a varie mostre collettive tra cui: “Persistenze sul confine dell’immagine. Ripensando ad Andrea Pazienza” presso il MAT-Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo (FG); “La Défense – priorità dello spazio, necessità del tempo” allestita presso Fës Show Room di Minori (Sa) nell’ambito di “Aperto09” rassegna di arte contemporanea e ancora “Magical Mystery Tour” alla Galleria Wunderkammern di Roma.
Nel corso del 2010 ha partecipato alla rassegna “I cortili dell’arte” tenutasi a Villaricca (NA), ed è stato invitato alla IV edizione del Premio Razzano che si tiene a Benevento rientrando tra le migliori opere realizzate. Nel 2010 inoltre è stato artista in residenza al Grad Kultural Center, Belgrado (Serbia). Nel 2011 con l’opera Essente, esisto per chi sono, esisto per chi fu espone a Palazzo di San Galgano a Siena, alla chiesa dei Bigi a Grosseto e alla Chiesa dell’Annunziata a Marcianise nonché alla rassegna “Prefigurazioni.
Una parete per l’arte” presso lo show room Tekla di Cava de’ Tirreni e a “Prefigurazioni-Linguaggi Attuali” ospitata al FRaC. Del 2012 è la mostra personale “Luoghi e dinamiche dell’essere” allestita a Ferrara. Nello stesso anno è invitato a “Green dreams – sguardi della giovane arte campana” allestita nel Tempio di Pomona di Salerno, e “Interrail un viaggio nell’immagine” presso la galleria Art’s Events-Centro Arte Contemporanea di Torrecuso (BN).
Nel 2014 espone l’opera Essente, esisto per chi sono, esisto per chi fu dapprima a Capalbio nella rassegna “Arte e Vino” e successivamente al concorso Show Yourself@Gallery del Museo Madre di Napoli. Il 2015 lo vede concorrere in TWO CALLS per la sezione WALL (nuovo spazio di Casso) indetto da Dolomiti Contemporanee con l’opera/progetto “Con la testa tra le nuvole ma con i piedi nella terra” che rientra nei primi 70 selezionati.
Dello stesso anno le mostre “Incontri ravvicinati” presso Palazzo Ventimiglia di Stella Cilento (SA) e “UTOPOLIS La città visibile” presso Cassero Senese di Grosseto. Nel 2016 è artista in residenza per il Das Fürstliche Gartenfest presso la Schloss Fasanerie di Fulda, con l’installazione In that time, too many lions will have the heart ofthe donkey.
Sempre del 2016 è la sua prima mostra personale a Cortina d’Ampezzo dal titolo “La forma del tempo” presso il Museo Paleontologico Rinaldo Zardini ed inoltre espone alla mostra collettiva “Cammina leggero perché cammini sui miei sogni”. In autunno del 2017, la personale a Colonia promossa dall’Istituto Italiano di Cultura. Vive e lavora a Serdes, frazione di San Vito di Cadore.
Accompagna la mostra il catalogo pubblicato da Antiga Edizioni, il volume monografico, K466 Allegro assai curato da Massimo Bignardi, con apparati biografici e bibliografici ed un corredo illustrativo a colori e in bianco e nero
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