Con l’avvento di Gregucci la Salernitana ha scoperto un Foggia che s’avvicina a quello che in passato era arrivato finanche a vestire la maglia della nazionale, ma che l’inattività al sole di Dubai lo scorso anno aveva reso la brutta copia di se stesso. Il tecnico gli ha parlato chiaro, gli ha chiesto sacrifici e lavoro, lui ha esguito e ora le gambe, che prima non andavano, stanno iniziando a girare. Foggia con le zampine fresche è un giocatore che può fare la differenza (non solo in Lega Pro), prima era solo un lusso, un peso, un inutile orpello. La sua faccia sporca di fango all’uscita dal campo dopo il derby vinto in rimonta dalla Salernitana contro il Benevento è un manifesto: oggi Foggia è pronto a dare l’anima per aiutare i compagni di squadra a raggiungere la miglior posizione nella griglia dei play off e i suoi compagni di reparto, che hanno potuto usufruire di una serie di assist nelle ultime settimane (come quello con la trivela, il tocco d’esterno sinistro di domenica scorsa), si stanno accorgendo di quanto possa essere importante avere alle proprie spalle un suggeritore del calibro di Foggia. Dopo averlo atteso a lungo, finalmente la Salernitana ha trovato il suo numero 10, proprio quando il mancino napoletano ha preferito indossare la maglia numero 7, chissà forse anche per liberarsi di un peso e giocare più libero da pressioni.
Foggia vuole trascinare la Salernitana ai play off
Si torna a giocare in trasferta, dove grazie a Gregucci la Salernitana sembra aver finalmente trovato il passo giusto e dove nell’ultima gara disputata lontano dall’Arechi (a Viareggio) finalmente Pasquale Foggia è riuscito a sbloccarsi. Nel 5-0 rifilato a Vannucchi e soci, il mancino napoletano anche se solo su calcio di rigore è riuscito a siglare il suo primo gol con la maglia della Salernitana, spezzando una sorta di sortilegio, manifestatosi sotto forma di legni (quelli delle porte avversarie). Ne aveva colpiti ben 7 in meno di metà campionato: inutile dire che non gli era mai successo in tanti anni di carriera di collezionare così tanti “quasi gol”, di sentir la gioia per una realizzazione così alla portata strozzata in gola da quel rumore sordo prodotto dalla palla che sbatte sul palo o sulla traversa.
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