Se nella prima audizione i senatori si sono limitati a cercare di capire il funzionamento di Facebook, con Zuckerberg piuttosto a suo agio, nella seconda giornata i parlamentari hanno cercato di entrare più a fondo nel modello di crescita del social e della privacy degli utenti.
Zuckerberg ha dovuto ammettere che giunti al momento attuale “è inevitabile dare delle regole” all’economia di Internet, e all’uso dei dati personali, apprezzando apertamente il Gdpr dell’Ue e annunciando che sarà usato in tutto il mondo.
Una notizia cominciata a circolare la scorsa settimana, ma che trova oggi una conferma diretta: “Quello che apprezzo del Gdpr”, ha detto Zuckerberg, è che “consente agli utenti di essere sempre in controllo dei dati che condividono con le aziende, di cosa viene fatto con quei dati e eventualmente di cancellarli. Ci sarà anche un consenso speciale per quello che riguarda le tencologie del riconoscimento facciale degli utenti”.
Alla domanda se anche i suoi dati personali siano stati venduti a “malevole terze parti” insieme a quelli di 87 milioni di americani colpiti dal caso Cambridge Analytica, ha risposto sì, ammettendo anche che “ci vorranno molti mesi per indagare le app che hanno preso i dati” da Facebook, in un numero indagato generalmente con “decine di migliaia di app”.
Ma come fare a sapere se il vostro account è finito nelle maglie di Cambridge Analytica?
Per farlo, basta cliccare su questo link messo a disposizione proprio da Facebook per capire se i vostri dati sono stati utilizzati da una società di marketing politico senza il vostro consenso e senza che ne foste a conoscenza
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