Le accuse erano di violenza sessuale aggravata e produzione e detenzione di materiale pedopornografico. Per i suoi complici, sette minorenni all’epoca dei fatti, la Procura dei Minori ha invece da poco chiuso le indagini.
Il gup Natalia Imarisio ha aumentato di un anno la pena proposta dal pm Stefano Ammendola, titolare dell’inchiesta che riguarda altri due maggiorenni accusati solo di detenzione di materiale pedopornografico: uno è stato condannato a 6 mesi mentre per l’altro gli atti sono stati trasmessi per competenza alla procura di Napoli. Il giudice inoltre ha stabilito una provvisionale di 25 mila euro nei confronti della ragazzina rimasta vittima delle violenze ripetute di quelli che considerava suoi amici.
L’inchiesta è nata dopo la denuncia della vittima che aveva iniziato a manifestare i primi sintomi di una grave depressione dopo l’ultimo episodio avvenuto nell’autunno 2016. Poi ha iniziato ad aprirsi, poco per volta, con la sorella e con la madre. Dopo di che la famiglia con la ragazzina si è rivolta al centro antiviolenza della Mangiagalli. Da qui sono partiti gli accertamenti e i giovani, tra maggiorenni e minorenni una decina in tutto e tutti italiani, sono stati identificati e indagati.
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