In seguito a quell’incidente il motociclista fatta rilevare l’insidia che gravava sulla pavimentazione stradale, chiamò in causa l’ente gestore dell’autostrada. Sia il giudice di pace che la corte di appello di Salerno gli avevano dato ragione, riconoscendogli il diritto al risarcimento. L’Anas, invece, ha dimostrato che, pur intervenendo in un ragionevole tempo, non avrebbe potuto eliminare o segnalare il pericolo, anche con la migliore e tempestiva manutenzione.
Lo scrive il quotidiano La Città oggi in edicola.
La Cassazione ha osservato che l’incidente è stato determinato da «cause estrinseche ed estemporanee creati da terzi». Che le cause non erano «riconoscibili né eliminabili con immediatezza, neppure con la più diligente attività di manutenzione ».
La macchia di olio presente sulla pavimentazione stradale, nella fattispecie, è da considerarsi un «fortuito fattore di pericolo». In pratica, il pericolo si è manifestato prima che l’intervento riparatore dell’Anas fosse ragionevolmente esigibile.
In pratica la Cassazione dice che ora sono fatti tuoi, ovvero chi ha avuto avuto e chi ha dato ha dato, tutelando oltremisura l’ANAS potente ente di stato e mettendo nell’impossibilità del risarcimento il povero e sfortunato motociclista, una sentenza davvero ragionevole e civile non c’è che dire………