“Dappertutto, da Parigi al Giappone, – aggiunge l’architetto che ha progettato il Crescent – le opere emblematiche scatenano pareri controversi, animano i politici e le comunità. Questa è una cosa normale. Non so perchè si è scatenata questa polemica. In altri posti quello che accade è che si registra una problematica generale, c’è una problematica di città, con un caso particolare che si sente di più e su quel caso si monta una scena. Io so solo che, in collaborazione con il Comune, abbiamo lavorato su un progetto che è stato realizzato così come immaginato. Sarò soddisfatto solo quando lo vedrò finito”.
In merito al fatto che il ministero per i Beni e le Attività culturali si è costituito al Consiglio di Stato, in occasione dell’udienza sul Crescent del prossimo 11 marzo, l’architetto dice solo di ”non essere un amministrativo. Non entro – conclude Bofill – nel merito. Io, comunque, amo il ministero dei beni culturali”.
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