Oltre a spam e account ‘fake’ il social ha rimosso o etichettato come potenzialmente pericolosi circa tre milioni e mezzo di contenuti violenti nei primi tre mesi del 2018 e cancellato due milioni e mezzo di contenuti che incitavano all’odio. Sono stati rimossi 1,9 milioni di contenuti legati alla propaganda terroristica dell’Isis; e rimossi 21 milioni di contenuti di nudo di adulti o pornografici.
“Abbiamo ancora molto da fare per prevenire gli abusi, i parametri non sono perfetti e dobbiamo migliorare i nostri processi interni e la nostra tecnologia. Il lavoro è in continua evoluzione – sottolinea Alex Schultz, vicepresidente Analytics di Facebook -. In parte l’intelligenza artificiale, pur essendo promettente, è ancora molto lontana dall’essere efficace per molti contenuti che violano i nostri Standard, come nel caso dell’identificazione dei contenuti d’odio dove il contesto è molto importante”.
Secondo il Transparency Report, invece, aumentano le richieste dei governi a Facebook. Nel secondo semestre 2017 quelle relative ai profili sono cresciute globalmente del 4% rispetto ai sei mesi precedenti, passando da 78.890 a 82.341 richieste. Il rapporto viene compilato dal social network dal 2013.
“Controlliamo ogni richiesta governativa che riceviamo per accertarci che sia legalmente valida. Se appare carente o eccessivamente ampia, la respingiamo e combattiamo in tribunale se necessario”, afferma Chris Sonderby, VP & Deputy General Counsel.
Solo per fare qualche esempio, negli Stati Uniti, le richieste del governo sono rimaste all’incirca pari a 32.742, di cui il 62% include il cosiddetto ordine di non divulgazione che proibisce a Facebook di avvisare l’utente oggetto della richiesta (è aumentato dal 57%). Riguardo l’Italia, le richieste del governo a Facebook relative ai profili degli utenti sono state 3979; quelle relative a procedimenti legali 1.991 e quelle riferite a sono state 68. Nel 66% dei casi sono stati forniti alcuni dati.
Fonte ANSA
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