Il trainer di Poggio Rusco ha ripercorso la sua avventura sulla panchina della Salernitana tracciando il percorso da seguire per il futuro. Ecco le dichiarazioni dell’ex mister della Salernitana
“Come ho vissuto l’esonero? Con dispiacere, soffrendo in silenzio: tenevo al lavoro, a quanto costruito, al legame forte con la piazza, maglia e proprietà. Non polemizzai per evitare errate interpretazioni. Preferii uscire sereno, a testa alta, con educazione. Spiegazioni non me ne sono state date, né le ho chieste. Ho rispettato la scelta anche se non me l’aspettavo”.
Su quella famosa (ed unica) conferenza pre-partita del 24 agosto (prima della trasferta di Venezia): “Fui schietto. Espressi concetti chiari che poi si sono verificati in stagione: la proprietà mi parlò di salvezza e mantenere sano il bilancio. Ero certo di centrare l’obiettivo ma ho sempre avuto voglia di guardare più avanti. Dissi di essere felice del gruppo, anche con ‘scommesse’ in attacco: Rossi usciva dalla Primavera, Bocalon rientrava in B e va elogiato per professionalità ed umanità, ha fatto un onesto torneo. Credo di non aver detto stranezze, qualcuno elaborò male le mie frasi.
Tra tante difficoltà la squadra ha mostrato forza, senso del gioco, con alti e bassi della categoria. Sono fiero dei 12 risultati utili di fila e della imbattibilità interna. Se poi si mirava a cose più grandi… ci credevo anche io: nella mia gestione siamo stati anche in zona play-off, unica volta in tre anni per il club. E le mie squadre hanno sempre fatto più punti nel ritorno, vedi i 30 del 2017”.
Una considerazione sulla Salernitana che nascerà: “Non spetta a me dare giudizi o consigli ad una proprietà forte, che conosce il posto. É importante la chiarezza. In B contano idee, solidità societaria, lavoro, compattezza ambientale, non i curriculum. Servono ragazzi consoni alla categoria e pazienza nei momenti bui”.
E poi il momento più bello e quello più brutto: “Le rimonte (otto in tutto) come quella da 3-1 a 3-3 a Cesena in dieci, ma anche il 2-3 del Partenio. Il rammarico è che alla terza giornata l’anno scorso avevamo 2 punti che potevano essere 7 o 9 per quanto creato”.
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