L’ex del Verona è tra i pochi a non aver beneficiato, come qualche altro elemento, della cura Gregucci. Eppure, subito dopo il cambio tecnico, nella partita contro il Barletta aveva fornito una delle sue migliori prestazioni in maglia granata. In quella circostanza, firmò assist e gol, e non perse l’occasione per evidenziare che il ruolo affidatogli dal nuovo allenatore riusciva ad esaltare le sue caratteristiche. Da allora, ha continuato a giocare da fantasista ma, nelle giornate seguenti, Mancini non si è espresso sempre al meglio. La prestazione poco brillante offerta a L’Aquila gli è probabilmente costato il posto nelle gara casalinga con l’Ascoli, dove è finito in tribuna per scelta tecnica.
La sua maglia numero 10 se l’è ripresa a Viareggio, dove ha contribuito alla convincente prestazione della Salernitana. Contro il Benevento e a Grosseto, invece, ha incontrato evidenti difficoltà. Il suo cammino in granata è stato caratterizzato finora da alti e bassi, da cali forse più mentali che fisici. Corteggiato per diverso tempo dalla Salernitana, dopo il lungo tira e molla, terminato solo a novembre, Mancini ha avuto diverso tempo a disposizione per rientrare in condizione e con Gregucci si ritrova anche a giocare in un ruolo a lui congeniale. Quel giocatore in grado di lasciare il segno e di incidere in maniera determinante sul match, ammirato nello scorso campionato, è sceso in campo solo in poche circostanze fino ad ora. Nei prossimi scontri diretti la Salernitana di Gregucci ha bisogno del “vero” Mancini, quello in grado di fare la differenza.
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