Attesa, a spettacolo terminato, davanti ai camerini per un ulteriore affettuoso tributo del pubblico, Svetlana non si è sottratta ad autografi e foto, rincorsa nella piazza fin sopra le scale di via Wagner dove si è rifugiata in una pizzeria in compagnia del marito Vadim Repin. Dolcissima con una bimba arrivata con le scarpette di danza in mano per fargliele vedere.
Lo spettacolo non ha tradito le aspettative del pubblico. Sublime l’immaginifica rappresentazione di “Revelation” in cui la Zakharova ha dato il meglio di se così come ne “La morte del cigno”, eterea sul palco del Belvedere di Villa Rufolo illuminato dal chiaro di luna in un momento di pura poesia. Il programma ha attraversato la danza in ogni forma e rappresentazione spaziando proprio dalla messa in scena del capolavoro accademico di Michel Fokine “La morte del cigno”, accostando grandi pas de deux tratti da “Le Corsaire” e “Talisman” coreografati da Marius Petipa da “Tristano e Isotta”, “Le Fiamme di Parigi” e“Spartacus”.
Ad Elena Evseeva è stata invece affidata la superba rappresentazione della Variazione di Odette del “Lago dei Cigni”.
Interessantissima la messa in scena di “Strokes Through The Tail” della coreografa irlandese Marguerite Donlon, che ha chiuso Russian Code, serata, che lo ricordiamo, è un progetto originale del Ravello Festival.
La coreografia, presentata nella variante cucita addosso alla Zakharova, ha visto l’étoile muoversi austera sulle note della Sinfonia n.40 di Mozart tra uomini in tutù bianco e a torso nudo. Per la diva una straordinaria sintesi di “meravigliosa musicalità e fine umorismo”.
Cinque minuti di applausi hanno tributato tutto l’apprezzamento della Città della Musica ad una delle più grandi ballerine del nostro tempo.
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