Un altro striscione apparso in città nella notte e recita: “Adl, non solo il Bari, ma anche altre società, basta che vai via dalla nostra città”.
“Non ci sarà alcuna commistione tra il Napoli e il Bari. Il Napoli ha la sua storia e il Bari ne ha un’altra importante”. Aurelio De Laurentiis si è presentato così nel suo primo giorno da proprietario del nuovo Bari, che ripartirà dalla serie D. Il sindaco Decaro gli ha consegnato il titolo sportivo.
“All’inizio – confida De Laurentiis – non ci siamo presi molto. Non riuscivamo a parlare. Sono stato informato della situazione quando ero a Dimaro-Folgarida, durante il ritiro del Napoli. Poi ci siamo piaciuti perché siamo entrambi persone serie. Ho messo a disposizione la mia capacità da imprenditore del calcio. Bisognerà rispettare certi progetti. Dobbiamo fare una cavalcata rapidissima per tornare in serie A e poi cambieremo le regole che al momento non consentono di avere due squadre nello stesso campionato. Saremo pronti a cambiamenti epocali. Cureremo lo stadio virtuale ma anche quello reale per consentire alle famiglie di vedere le partite”.
De Laurentiis ha annunciato le prime mosse. “Stamattina erano tutti incazzati con me, ho cominciato a fare le prime telefonate alle 6.45. Ho svegliato il direttore sportivo, Giuntoli e ho parlato anche con Arrigo Sacchi e ho individuato il nome per il settore giovanile, si tratta di Filippo Galli. Saremo svincolati dal concetto Napoli, sono due situazioni diverse ed entrambe vanno rispettate. Sono un grande sostenitore del Sud. Gli striscioni a Napoli? Ho commissionato uno studio alla Nielsen per poter fare un’indagine sulla tifoseria azzurra. Noi abbiamo 48 milioni di tifosi veri e 120 milioni di simpatizzanti”.
Il presidente prosegue “Non mi posso preoccupare dei dissidenti che vengono al San Paolo e che non condividono la modalità della mia visione del calcio. Hanno un concetto di possesso che si è modificato negli anni. Magari mettono gli striscioni anche per il volere di qualche uomo politico. Lo stadio San Nicola? Devo verificare e studiare il territorio per capire le strutture e cosa c’è. Devo immaginare la serie A, poi bisogna vedere se potrò farla io qualora cambiassero le regole, altrimenti dovrò consegnare una società con una struttura importante. Al momento se ne occuperà mio figlio Luigi, l’ho convinto in due giorni. Reja? Inizialmente doveva darmi una mano per il settore giovanile, poi ieri gli ho detto che lo vedrei bene in panchina a Bari. Lui non è convinto, non vuole allenare più, quindi ne parleremo con calma”.
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