Mense scolastiche a Km zero. È questa la proposta dell’Asmel, l’Associazione che raduna più di 2.400 comuni in tutt’Italia. Con la riapertura delle scuole, ritornano a galla i problemi legati alla qualità ed alla economicità dei pasti serviti agli alunni.
Su questo argomento interviene il segretario generale dell’organizzazione Francesco Pinto che propone di diffondere una buona prassi operativa da anni nel Comune di Caggiano, 2800 abitanti in Provincia di Salerno al confine con la Basilicata, ovvero la mensa a Km zero. Con due risultati, afferma Pinto: i pasti legati alle specificità del territorio sono più genuini di quelli derivanti da produzione industriale: non sono pochi i casi, infatti, in cui nei cibi scolastici sono stati trovati agenti tossici di tutti i generi. Inoltre gli Enti potranno sostenere costi minori, destinando un budget più contenuto per questa tipologia di acquisti.
Il costo procapite, conferma Giovanni Caggiano, sindaco di Caggiano, risulta addirittura la metà di quello medio nelle grandi città. Anche grazie alla formula del baratto che vede le famiglie in grado di scambiare prodotti del proprio orto (pomodori, ortaggi, legumi, frutta ecc. …) con le quote a proprio carico sulla base di un prezzario prestabilito. Il tutto – conclude Pinto – per garantire una maggiore qualità dei cibi, una minore spesa, e al contempo supportare e sviluppare l’economia del territorio.
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