del porto di Salerno. I fondali potranno essere approfonditi a 14.50 metri, dando un enorme slancio al futuro dello scalo, sia per il comparto cargo che per il comparto crocieristico.
Ma, come è noto, il fattore tempo – particolarmente nella economia della competizione globale – è un elemento fondamentale dal quale non si può prescindere. E’, pertanto, ora assolutamente indispensabile che l’escavo inizi, come previsto dallo stesso decreto Ministeriale, nel primo trimestre dell’anno 2019. Occorre essere ottimisti e crederci. Si può fare, a patto che tutta la squadra lavori giorno e notte, motivata e concentrata sull’obiettivo. Le grandi compagnie di navigazione guardano allo scacchiere internazionale e – in una fase marcata di gigantismo navale – decidono dove andare ed a quale porto affidare le proprie attività. Il rischio è quello di perdere approdi e collegamenti internazionali. Ciò significherebbe rendere più debole la nostra economia vocata all’export, mettendo in discussione centinaia di posti di lavoro dentro e fuori il porto.
Lo scrive in una nota Agostino Gallozzi Presidente Assotutela
Ma quale dragaggio! Il porto deve essere delocalizzato perchè non può convivere con la città. Quello che accade ogni mattina sul viadotto e sulla statale 18 è sotto gli occhi di tutti. Solo Gallozzi e questa sciagurata ed incompetente amministrazione fanno finta di non vedere. Spero che si svegli la prefettura o la procura. I cittadini vanno tutelati e quello che si verifica ogni giorno (non solo di mattina) all’innesto del viadotto e che si ripercuote fino a Cava e a Baronissi è la dimostrazione di una convivenza impossibile! Perchè nessuna autorità vuole capirlo o finge di non capirlo? Dove sono procura e prefettura? Salerno è stata distrutta da questo mostro e intanto si continuano a tutelare gli interessi di Gallozzi e Grimaldi!
Questo *cittadino salernitano*, invece di invocare genericamente una delocalizzazione del porto commerciale – come del resto fanno anche altri lettori – dovrebbe in primis farsi dare e rendere noti costi implicazioni tempi e quant’altro, richiesti per una simile operazione. Una struttura di tal genere, anche se di media grandezza, non si sposta in un batter d’occhio né la si colloca in un posto a piacere. Forse il secolo scorso sarebbe stato più semplice farlo, per le condizioni date. Ma ora sarebbe una impresa direi quasi impossibile, perché diverse sono le situazioni e le difficoltà di vario genere da superare.
Allo stato attuale andrebbe invece concentrata l’attenzione su come migliorare e incrementare le infrastrutture per i flussi e deflussi dei mezzi trasporto. Sicuramente un’operazione meno onerosa e più fattibile che non lo spostamento dell’intero scalo marittimo.