Quasi due edifici scolastici su tre (61,9%) in Campania risultano edificati antecedentemente alla normativa antisismica del 1974. Sebbene le scuole della regione si trovino in zona sismica 2, solo il 20,4% risulta edificata con criteri antisismici e solo su un esiguo 18% risulta eseguita la verifica di vulnerabilità sismica, nonostante sia obbligatoria per legge. Nessun edificio costruito con criteri della bioedilizia.
Assolutamente irrisorie le indagini diagnostiche dei solai effettuate, solo il 2,8% delle scuole hanno beneficiato di questi controlli. La fotografia sulla scuola campana è stata scattata da Ecosistema Scuola 2018, l’indagine annuale di Legambiente sullo stato del patrimonio edilizio scolastico e dei servizi educativi, presentato oggi a Napoli nel corso del Forum Scuola.
In Campania sono stati monitorati 480 edifici scolastici, frequentati da oltre 112mila studenti, presenti nei tre capoluoghi di provincia di Napoli, Salerno e Avellino. Benevento presenta dati incompleti e per questo non entra in graduatoria; Caserta non partecipa all’indagine.
Promossa la scuola campana per i dati relativi al possesso dei certificati di agibilità, di collaudo statico, di prevenzione incendi, della certificazione igienico-sanitaria; gli impianti elettrici a norma sono tutti sopra alla media nazionale, grazie soprattutto ai risultati del capoluogo campano.
Sebbene in Campania gli edifici che hanno goduto di manutenzione straordinaria sono il 52,1%, dato sopra la media nazionale (49,7%), sono ancora tantissime le scuole che hanno bisogno di interventi urgenti (61,4%). Sono le scuole di Salerno quelle dove si è intervenuti di più, mentre nella provincia di Napoli è necessaria più manutenzione.
Un’esigenza- commenta Legambiente- di intervento presumibilmente legata a una spesa sia per la manutenzione straordinaria che per quella ordinaria di molto al di sotto delle medie nazionali. Si parla infatti, rispetto agli ultimi 5 anni, di una media per edificio di € 3.583, a fronte dei € 17.780 del dato nazionale, per la manutenzione straordinaria; per la manutenzione ordinaria invece sono stati spesi in Campania € 2.950 contro i € 6.686 della media nazionale.
Sul fronte di servizi e pratiche ecocompatibili le città campane si mostrano forti soprattutto per la raccolta differenziata dei diversi materiali, praticata in tutte le scuole. Se la media di biologico nei pasti delle mense è del 53,3%, in linea con il dato nazionale, i pasti con prodotti certificati IGP e DOP sono solo il 15,9%, contro il 79% a livello nazionale; nel 75% delle mense vengono invece privilegiati i prodotti a Km0. Assolutamente negativi i dati sulle stoviglie monouso, tutte le mense le utilizzano, e sulla presenza nelle mense di pannelli fonoassorbenti, nessuna ne dispone e beneficia.
Anche rispetto alla mobilità casa-scuola c’è ancora molto da fare nei Comuni campani: solo il 10,6% delle scuole sono servite da scuolabus, il servizio di pedibus non risulta attivato da nessuna amministrazione, un trascurabile 0,2% degli edifici vede la presenza di piste ciclabili nelle aree circostanti.
Sulla presenza di fonti rinnovabili: Avellino la città che maggiormente risulta aver investito in energie alternative con il 22% di edifici con impianti, contro il 18,2% della media nazionale e l’11,1% del dato medio regionale.
Nessuna informazione viene fornita dalle tre amministrazioni sulla percentuale di copertura dei consumi da rinnovabili. Riguardo le situazioni di rischio, tutte le città hanno svolto i monitoraggi sulla presenza di amianto negli edifici scolastici, nessuna per rilevare la presenza di radon. Nessun monitoraggio elettromagnetico effettuato sia per le alte che per le basse frequenze. Ben l’89,6% delle scuole dispone di una rete wi-fi, solo l’11,3% ha adottato il principio di precauzione implementando reti completamente cablate.
«Crediamo che per dare una scuola sicura a tutti gli studenti occorra accelerare gli interventi di riqualificazione dando priorità alla messa in sicurezza delle scuole nelle aree sismiche più vulnerabili e al miglioramento delle prestazioni energetiche – dichiara Francesca Ferro,direttrice di Legambiente Campania –. Gli enti locali vanno aiutati con una semplificazione delle linee di finanziamento e sostenuti in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori.
Occorre poi aprire una nuova fase dell’edilizia scolastica ed utilizzarla come leva di rigenerazione di territori e quartieri. Serve insomma uno sforzo maggiore per promuovere un grande cantiere di innovazione, dove convogliare idee e risorse per progettare e realizzare spazi adatti a una moderna didattica, sicuri e accoglienti, sostenibili».
Napoli si conferma prima tra le grandi città del sud al 32° posto. L’indagine ha coperto 389 edifici scolastici per una popolazione di circa 90mila studenti. Tutti gli edifici hanno il certificato di agibilità, di collaudo statico, di agibilità igienico sanitaria e sono dotati di porte antipanico e hanno effettuato prove di evacuazione.
Sono solo 71 gli edifici costruiti con criteri antisismici e su 63 è stata eseguita la verifica di vulnerabilità antisismica. Solo su un edificio, negli ultimi due anni, sono state effettuate indagini diagnostiche sui solai. Sono 190 gli edifici scolastici che hanno goduto di interventi di manutenzione straordinaria negli ultimi cinque anni. Nel 2017 su 17 edifici sono stati effettuati interventi di messa in sicurezza.
Il 69% degli edifici necessitano di interventi urgenti di manutenzione straordinaria per adeguamento alle norme e per eliminazione rischi, principalmente per impiantistica e prevenzione incendi. In tutti gli edifici napoletani si pratica la raccolta differenziata, e in tutte le mense sono serviti pasti biologici. Sono 39 gli edifici scolastici che utilizzano fonti di energia rinnovabile, prevalentemente solare termico e fotovoltaico.
Segue Avellino al 35° posto, dove sono stati 27 gli edifici monitorati per una popolazione scolastica di oltre 5700 ragazzi. Solo dieci edifici sono costruiti secondo criteri antisismici mentre su diciotto è stata eseguita la verifica di vulnerabilità sismica. Tutti hanno il certificato di idoneità statica e agibilità igienico sanitaria e sono dotati di porte antipanico e di impianti elettrici a norma.
Sono sette gli edifici che necessitano di interventi urgenti di manutenzione straordinaria per adeguamento sismico. Sul 37% degli edifici, negli ultimi due anni, sono state effettuate indagini diagnostiche sui solai. Mentre cinque edifici richiedono di interventi urgenti di manutenzione straordinaria per adeguamento alle norme e per eliminazione rischi. In tutti si pratica la raccolta differenziata e in 16 edifici si servono pasti biologici.
Salerno si assesta a metà classifica al 63° posto. Nel capoluogo salernitano il monitoraggio è stato effettuato su 45 edifici scolastici frequentati da circa 12mila ragazzi. Il 66% degli edifici è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974. Solo tredici edifici sono stati costruiti secondo criteri antisismici, solo su due edifici è stata eseguita la verifica di vulnerabilità sismica.
Solo su due edifici, negli ultimi due anni, sono state effettuate indagini diagnostiche sui solai. Sono stati 40 gli edifici che hanno goduto di interventi di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni. In tutti i plessi scolastici si servono pasti biologici. Solo sei edifici utilizzano fonti d’energia rinnovabile. Sono 23 gli edifici scolastici che dispongono di strutture sportive aperte in orario extrascolastico.
Commenta