Sono una cinquantina gli operatori sanitari aggrediti fisicamente o verbalmente nel salernitano. Un numero certamente stimato per difetto, quello che emerge da alcune fonti di polizia, se si si tiene conto che solo un medico su dieci denuncia l’episodio violento cui è vittima, ma che lascia intendere quanto recrudescente sia diventato il fenomeno negli ultimi tempi.
Ad essere particolarmente esposto al rischio è il personale dei pronto soccorso e soprattutto i camici bianchi impegnati nelle vecchie guardie mediche,
I dati illustrati da Il Mattino, oggi in edicola, sono stati evidenziati nel corso del convegno organizzato ieri dall’Ordine dei medici salernitani.
In provincia di Salerno ci sono 9 pronto soccorsi, 56 presidi di primo soccorso e 80 di continuità assistenziale. Di questi ultimi, però, 64 sono collocati in zone isolate e in 58 casi è presente un solo operatore.
I camici bianchi salernitani chiedono l’adeguamento di diverse strutture sanitarie del territorio provinciale, l’introduzione della telesorveglianza, l’incremento della presenza delle forze di polizia, il riconoscimento del medico come pubblico ufficiale, la riorganizzazione del lavoro.
Il problema non sono i codici bianchi, rossi o a pua’, il problema inizia già dai medici di base che non visitano piu’ a casa facendo una cosa fuorilegge, oramai fanno tutti studio, il problema continua con una sanità allo sbaraglio, disorganizzatissima, con carenza di personale e strutture inadeguate, continua con punti di soccorso sempre di meno e poi con qualche menefreghismo di qualche operatore che rovina la categoria. Diciamo la verità. Si salva la facciata per non fare figure di cacca, alla fine e’ normale che il popolo insorga.