Quattro saranno i carri allegorici in gara realizzati intorno al tema della nuova edizione: “Civiltà e periodi storici”, la cui scelta intende celebrare l’anno europeo del turismo «slow». Un filo conduttore, intrigante e suggestivo che ha subito risvegliando la fantasia dai maestri della cartapesta che tra qualche giorno saranno già a lavoro per materializzare le idee progettuali.
«L’India» rivisitata in chiave allegorica dal gruppo I Monelli esprimerà una metafora della modernità tra Ganesha, simbolo della cultura tradizionale, e una sacerdotessa danzatrice che volteggia tra tradizione e progresso cercando, con un occhio al passato ed uno al futuro, di trovare il giusto karma.
Il gruppo de «I Nuovi Pazzi» punterà sull’Antico Egitto e la dinastia dei grandi faraoni come grande esempio non solo di civiltà. Ma soprattutto la straordinaria tecnica di realizzazione delle gigantesche opere che hanno resistito alle calamità e alle insidie del tempo. Un esempio per i tempi d’oggi in cui bastano poche gocce d’acqua per portare distruzione e morte.
«Forse è ora di abbandonare il culto del Dio Anubi, protettore della nostra morte intellettuale che ci tiene bloccati in questo limbo di rassegnazione – scrivono nella spiegazione del loro bozzetto – È’ ora di stracciare le bende che ci mummificano e tornare a credere nelle nostre capacità. Non saremo certo degli Dei ma non siamo nemmeno dei fessi».
Il terzo carro allegorico in competizione è quello dell’associazione A.D.S. che proporrà una rappresentazione della civiltà cinese. «Libretto Rosso» è il titolo dell’opera ispirata alla caduta dell’imperialismo e alla nascita del partito comunista, all’invasione del Tibet e alla repressione del popolo cinese.
Le figure scenografiche rappresentano la fuga del Dalai Lama rincorso da un dragone rosso, che sta a raffigurare la potenza distruttrice dell’essere umano, guidato dal padre della Repubblica Cinese, Mao Zedong, intento a cambiare la storia millenaria della civiltà cinese, con il suo manuale denominato appunto “Libretto Rosso”.
Allegria sfrenata, musica tribale, danza e poesia contamineranno infine il carro allegorico dell’Associazione Invisibili/Alcastar che ha scelto di puntare per il Carnevale 2019 sulla cultura azteca. «Aztecas» è infatti il titolo dell’idea progettuale in cui spicca un serpente piumato che apre le ali e l’imperatore Montezuma che con sguardo fiero indica la giusta direzione.
Anche quest’anno, la 46esima edizione del Gran Carnevale di Maiori si preannuncia spettacolare. E non è una novità se si considerano i grandi successi ottenuti dall’evento maiorese riconosciuto dal Mibact tra i promotori della cultura e del patrimonio immateriale
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