Il Tar, rigettando la sospensiva chiesta dai Pisano, certifica la preminenza del diritto alla salute rispetto ad altri diritti primari. Ma, al contempo, ammette che il diritto alla salute non può atteggiarsi a “tiranno”. Lo scrive Andrea Siano sul sito Liratv.com
Vuol dire che se da un lato bisogna tutelare i lavoratori che operano in quella fabbrica ed i cittadini che risiedono attorno alle Fonderie, dall’altro i Pisano devono essere messi in condizione di adeguarsi alle prescrizioni sulle migliori tecnologie possibili per abbattere l’impatto ambientale e rendere la fabbrica sicura.
E’ qui che il Tar rileva la carenza di indicazioni riconducibile sia all’Arpac che alla Regione Campania. Laddove agenzia ed ente locale non hanno fornito indicazioni sufficientemente chiare sulle misure che le Fonderie Pisano devono adottare per garantirsi la regolarità della produzione.
Di più. I giudici del Tar hanno letto nelle relazioni dell’Arpac che l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ha definito “esiziale” il pericolo rappresentato dalle Fonderie Pisano. Il lemma “esiziale” significa senza dubbio “mortale”: e ciò vale sia per i cittadini che per i lavoratori.
E’ per questo che il Tar applica all’ordinanza di oggi il principio di precauzione ricavato dalla giurisprudenza moderna, che riconosce la preminenza del diritto alla salute.
FIOM CGIL PROCLAMA STATO DI AGITAZIONE OPERAI
Intanto la Fiom Cgil proclama lo stato di agitazione delle maestranze delle Fonderie Pisano, auspicando l’apertura di un tavolo di confronto in Prefettura sulle vicende della delocalizzazione dello stabilimento.
Da mesi, infatti, secondo il sindacato è calato il silenzio delle istituzioni sul percorso di spostamento della fabbrica da Fratte. La conseguenza è l’esasperazione dei lavoratori, costretti ad operare a tempo parziale o a stare fermi del tutto, senza certezze sul futuro delle loro cento famiglie.
La lettera che la Fiom Cgil ha inviato alle Fonderie Pisano e al Prefetto di Salerno ricorda gli ultimi passaggi fatti con le istituzioni, andati a vuoto ed i presidi che non hanno prodotto nulla. C’è la possibilità- secondo la Fiom- che si inneschino iniziative spontanee degli operai esasperati dal perdurare di questa situazione.
Fonte Liratv.com
Caro sindacato fiom dove eri nascosto quando in estate ci hanno esasperati con i loro fumi nocivi? Abviamo invano supplicato di farr qualcosa ma qyando tutti vi coprivano di intavolare trattative e sloggiare Salerno non se ne parlava.Avete falsificato l’impossibile per far lavorare questi criminali adesso la chiusura non basta,vanno perseguitati tutti quelli che vi hanno permesso di uccidere,da parte nostra nessuna pietà!
Le misure da adottare, per lavorare nel rispetto delle norme e per tutelare il diritto alla salute di operai e cittadini, sono molto semplici.
Bisogna ristrutturare interamente l’opificio che è fatiscente e obsoleto.
I suoi miasmi si avvertono da 2/3 km, anche sul raccordo autostradale.
Se riusciranno a delocalizzarlo sarà anche meglio. Altrimenti va abbattuto e ricostruito dalle fondamenta.
MENOMALE forse ci salviamo
Abbattete lo stabilimento portate a fuorni Pisano,chi lo copriva e quelli che bruciavano di tutto coscientemente e passata casa per casa a chiedere scusa per non averlo fatto prima
Buttate via le chiavi
Fatemi capire bene..l’arpac aveva scritto nelle precedenti relazioni che la fonderia era senza dubbio alcuno un pericolo per la vita di cittadini e lavoratori, e solo 2 giorni fa”la stessa arpac, l’asl, il comune di Salerno e la regione hanno firmato il rinnovo dei permessi a questa fabbrica??? Ma state scherzando?!?!
Che gran Black Friday!
TAR >>> Tornare A Respirare
Ma i oaladini dellefonderie che si attaccavano ai cancelli dicendo che era tutto in regola hanno capito che la fabbrica avvelena e uccide la gente senza alcun dubbio?
Ma i paladini delle fonderie che si attaccavano ai cancelli dicendo che era tutto in regola hanno capito che la fabbrica avvelena e uccide la gente senza alcun dubbio ib maniera mortale e irrimediabilme te? (Fonte arpac) ditelo anche a quelli della FIOM