Una donna su tre subisce abusi, molestie, persecuzioni e discriminazioni di ogni genere e una ogni tre giorni viene uccisa per mano di chi dovrebbe amarla o proteggerla. Un fenomeno che fa più vittime delle mafie. Dal 1996 il legislatore ha fatto molti passi in avanti, dalla legge sullo stalking al decreto anti-stupri, entrambe del 2009, alla legge contro il femminicidio e al recepimento della convenzione di Istanbul del 2013. Numerose le campagne di educazione nelle scuole e di sensibilizzazione, il legislatore insomma ha fatto la sua parte.
Ci sono le forze dell’ordine a cui va la nostra gratitudine, la magistratura che fa un lavoro prezioso e a cui rivolgo un appello affinché applichi le leggi con il massimo rigore. Poi c’è il sistema, il cui funzionamento spetta agli enti locali, che si poggia sui centri anti-violenza, presidio indispensabile per accogliere spesso donne e mamme con figli piccoli, per garantire loro assistenza legale gratuita e un reinserimento nel mercato del lavoro e nella società.
Non assicurare la piena attività di questi centri – ha chiarito Carfagna – significa voltare le spalle alle tante donne che chiedono aiuto e anche a Napoli questo supporto manca. Invito quindi l’amministrazione a fissare una seduta monotematica su questo tema perché ci consentirebbe di capire come dobbiamo agire e per vedere cosa possiamo fare insieme per incrementare la rete dei centri anti-violenza”, ha concluso.
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