Come riferito da Il Mattino, il 40enne detenuto comune (del quale non sono state rese note le generalità) era riuscito, per motivi ancora da chiarire (c’è una doppia indagine in corso), a introdurre nella cella il telefono cellulare di 8 per 2 centimetri. Quando si è reso conto che gli agenti della polizia penitenziaria stavano per fare una perquisizione, ha deciso di ingerirlo.
Il ricovero – Col passare dei giorni, l’uomo ha iniziato ad accusare dolori sempre più intensi e si è reso necessario il suo trasferimento nell’infermeria del carcere, dove è rimasto per quasi un mese. Le sue condizioni però continuavano a peggiorare e, dopo l’ennesimo collasso, è stato trasportato all’ospedale del Mare per una lastra all’addome che ha evidenziato la presenza dell’apparecchio nello stomaco.
L’operazione – Il 40enne è stato quindi sottoposto a un intervento in laparoscopia. Incredibilmente il detenuto è sopravvissuto allo scioglimento delle batterie al litio e al rilascio di altre componenti chimiche nocive ed è ora fuori pericolo.
Nuovi casi a Poggioreale – Nelle ultime settimane, le ispezioni della Penitenziaria all’interno del carcere di Poggioreale hanno portato alla scoperta di altri telefonini. Nel primo caso i controlli hanno consentito di scoprire un apparecchio nascosto all’interno di un polpettone spedito dalla moglie a un detenuto. Più grave il secondo episodio, denunciato dal segretario campano del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Emilio Fattorello: un detenuto ha aggredito alcuni agenti che avevano rinvenuto un cellulare nella cella. L’uomo, dopo aver dato in escandescenza, ha anche ingerito la Sim all’interno del telefono.
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