Musei e altre strutture espositive a carattere museale hanno registrato il massimo storico con 119 milioni di ingressi nel 2017 (+7,7% rispetto al 2015) con un incremento che riguarda soprattutto i monumenti e le aree archeologiche. Lo scrive il quotidiano Le Cronache oggi in edicola
Il flusso medio di visitatori è quantificabile in circa 27 mila ingressi per ciascun istituto, ma le differenze territoriali sono notevoli. I valori medi più alti sono raggiunti da Lazio (oltre 87 mila ingressi per istituto), Campania (più di 63 mila) e Toscana (oltre 44 mila); gli istituti di Abruzzo, Molise e Marche non superano la soglia media di 6 mila visitatori nell’anno.
Stando a quanto emerge dal report, tra le città del Mezzogiorno d’Italia con il maggior numero di visitatori, Salerno non rientra tra le prime 50. Il comune con il maggior numero di visitatori, neanche a dirlo, è la capitale.
Un’inchiesta, quella dell’Istat, che penalizza un po’ tutti i comuni della Regione Campania, con Napoli in quinta posizione e nulla più. Ma facendo un passo indietro e tornando su Salerno, sfogliando la classifica, bisogna giungere alla 17esima posizione per trovare un comune della provincia di Salerno e si tratta di Capaccio Paestum con 907.364mila visitatori, con 48,9% dei visitatori paganti ed un totale di tiristi giunti, in un anno, pari a 105.265.
Alla trentaseiesima posizione spicca invece un comune della costiera amalfitana, Amalfi per l’esattezza, con 355.50mila visitatori ed il 99.2% di visitatori paganti ed un totale di 66.375mila turisti giunti nel 2017. E poi il nulla assoluto. Salerno fuori dalla classifica stilata dall’ente di ricerca pubblico italiano. Un discorso di “esclusione” che vede “protagonisti” anche gli altri comuni della provincia di Salerno. Eppure, ancora oggi, la città capoluogo viene definita turistica. Ma, a quanto pare, senza turisti. E lo dice l’Istat.
Del resto, le varie amministrazioni che si sono susseguite in questi anni hanno sempre parlato di grosse cifre, in termini di turismo, senza un effettivo riscontro. Che Luci d’Artista non sia davvero l’attrazione per eccellenza? Ai posteri l’ardua sentenza
Fonte Le Cronache
… ma Salerno è “europea”, è fuori da qualsiasi classifica tranne da quella redatta dal SIG. bicchierino.
vorrei far notare che l’istat riferisce i dati dei visitatori paganti a musei ed aree archeologiche … dei quali Salerno è deficitaria… solo quello…forse facendo pagare…come ad Amalfi…. qualsiasi accesso..come al duomo per esempio… ci sarebbe una presenza significativa in classifica….ad ogni modo i turisti si vedono dai posti letto occupati nelle strutture alberghiere … per favore non offendete l’intelligenza delle persone!
È chiaro che l’istat sia di parte, saranno leghisti o grillini, perchè io vedo le cuopperie strapiene, i b&b (abusivi) strapieni e il benessere che sgorga ovunque, strade lastricate d’oro, fontane da cui zampilla champagne, il comune che ogni anno diminuisce le tasse locali, città pulita splendente, ladri che non vengono nelle nostre case per rubare ma per portare doni ai più poveri (che sono sempre meno, il reddito è ai livelli di Montecarlo). Va tutto bene, ve l’assicuro!
Firmato un cittadino medio(cre) di Salerno che non ha mai messo piede fuori dalla propria città
Quello della città turistica è uno slogan vuoto con il quale una gigantesca opera di cementificazione a scopo speculativo è stata fatta passare per trasformazione urbanistica. Il mantra della città europea poi, è qualcosa di letteralmente grottesco. Ciò detto però, non si può far passare una statistica che riguarda gli accessi ai siti museali come esemplificativo di tutti i flussi turistici riferiti a una data località. Anche il pressappochismo e la parzialità degli organi di stampa qualificano la comunità di cui sono espressione.
Cosa c’entra la città turistica con lo scopo dell’indagine? L’indagine si intitola “I musei, le aree archeologiche e i monumenti in Italia”: musei ce ne sono pochini, aree archeologiche come quella di Fratte non posso pensare di competere con Pompei o Ercolano e monumenti sarebbe interessante sapere chi viene per il Duomo, ad esempio. Salerno deve per forza di cose mirare ANCHE ad un tipo di turismo differente da quello di altre realtà, non è detto che sia meno remunerativo. Inoltre, dovrebbe fare da punto di partenza ideale verso altre realtà (Paestum, Amalfi, Pompei stessa, Napoli, ecc.), ma l’altro giorno consultavo gli orari per Pompei e sono rimasto basito: cioè, io-turista vengo a Salerno e per arrivare a Pompei che sta a 30 km mi devo fare 44 minuti di treno regionale se mi va bene?
nientemeno vi siete permessi di pubblicare questo articolo!!???mo de luca ve ven a piglià rind o suonn!!!???espo e com’è sta cos?nun enn arrivat e purpett!? o stai cominciando a fare il vota bandiera!!??? che personaggi che siete
Articolo forviante…. antitesi del corretto giornalismo.
A Salerno avremmo un museo, quello archeologico provinciale, ma la provincia non vuol saperne di investirci e versa nel degrado più assoluto. Altra pecca l’aver realizzato il museo della ceramica a nocera, sempre colpa della provincia. Quel pochissimo che abbiamo non sappiamo/vogliamo valorizzarlo.
I frequentatori dei musei non sono turisti, ma viaggiatori intellettualmente evoluti. Visto che a in città, non esistono poli museali di rilievo, meritiamo turisti mordi & fuggi, peracottari e quant’altro, attratti dalle turpi luminarie
La cosa grave e che non ci sia, non dico un museo statale o comunale per esporre le grandi ricchezze emerse dagli scavi e patrimonio della grandissima Civitas salernitana, quella della prima Scuola e Università di amedicina, ma neanche una vera biblioteca, degna di tal nome. Il Palazzo Fruscione, sito nell’area arechiana, è stato restaurato con fondi europei per divenire biblioteca; ed invece il Comune lo ha svenduto a chi organizza mostricciattole, tipo quella vergognosa su Leonardo e le sue macchine, o improbabili biennali ………salernitani nemici di Salerno
Con le offese gratuite fra le parti e gli pseudo intellettualismi non si arriva a nulla.Cosa certa che Cronache usa a suo pro e forzatamente un rapporto statistico che non riguarda il turismo in generale .Che piaccia o meno il turismo e’ cresciuto anche a Salerno, sicuramente male ed in modo disordinato e disomogeneo, ma comunque e’ cresciuto.Salerno e’ una realtà’ piccola e provinciale,ciò nonostante si sta facendo notare, poi se qualcuno sa fare di meglio, spero che ce lo faccia vedere, noi salernitani desideriamo solo migliorare ed andare avanti e sinceramente delle varie classifiche ne abbiamo piene le scatole.
1 non si paga neanche per entrare al duomo
2 Salerno potrebbe avere maggior3 organizzazione turistica
3 Negare che sono aumentati i turisti( chissà perché sono nati centinaia di B&B) e da persone false e al pari dei megalomani dell’altro lato.
Finché in Italia esisteranno i falsificatori della realtà in entrambe le direzioni opposte, non andremo mai avanti!
come vi brucia la verità. Basta uscire per capire in che stato di degrado versa Salerno. Chi non vuol vedere sono gli stessi che si accontentano di una salernitana mediocre e presi nei fondelli, da Lotito, e lo stesso fate con chi vi racconta di un paesone europeo.
Se volete davvero bene alla nostra città bisogna fare critica costruttiva e smettere di credere ai venditori di fumo.
Quanta ignoranza in questi msg! Siete provincialotti come un articolo di un giornalucolo che non sa neanche interpretare i dati che fornisce l’istat assimilando il concetto di “turista da museo” al turista generico. Siete patetici ?
I b&b nascono anche perché gli appartamenti restano vuoti, eh
Non riuscite a cogliere il vero senso! Salerno, aldilà di quanto ha riferito in 25 anni dal Sig. bicchierino nelle trasmissioni “monologando”, è una Città dove non vi è nessuna programmazione seria per essere annoverata tra le CITTÀ TURISTICHE. Tranne le lamparelle…. il resto, se c’è, è il nulla assoluto. Avete voglia, voi tifosi, di autorefernziarvi…. LE BELLEZZE DI SALERNO SONO NATURALI E NON PER LE 4 INFOIATE DA MATERIA GRIGIA INDURENTE. SALERNO ANDREBBE RIDISEGNATA E SFRUTTATA PER LA LUNGHEZZA DEL LUNGOMARE, A PATTO CHE L’ACQUA SIA BALNEABILE E I TERRENI LIMITROFI (vedi zona da Via Gen. Clark in poi…)! Ma tutto ciò non accadrà mai perché non è ancora caldo l’olio per le polpette!!
Salerno è città da mordi e fuggi. Può sfruttare la sua posizione (Napoli, costiere, Paestum e Pompei) e ha un centro storico niente male che dovrebbe essere reso più appetibile togliendo le auto dalle strade e facendoci passare qualche spazzino una volta ogni tanto. Magari si potrebbe investire sulla pulizia del mare ma la vedo difficile con un impianto fognario vecchio e senza manutenzione ed un porto commerciale senza alcuna regola.
Il periodo di maggior benessere vissuto da questa città in epoca moderna, si è avuto grazie al processo di industrializzazione assistita avviato nel dopoguerra e culminato con il boom economico (e demografico) degli anni 60. La scarsa lungimiranza di chi avrebbe dovuto pianificarne il futuro, ha fatto si che proprio in quel periodo si espansione economica e demografica si sia consumato il deturpamento irrimediabile del territorio cittadino con gli scempi edilizi perpetrati al rione Carmine, al Calcedonia e in tutta la zona orientale. Sempre a quel periodo e poco più in là, risalgono anche due scelte strategicamente errate che hanno influito non poco sullo sviluppo cittadino: la realizzazione del porto nell’area di maggior pregio paesaggistico della costa e la localizzazione del complesso universitario nella valle dell’Irno (frutto di un patto scellerato con il potere DC di marca demitiana). Fu la giunta laica e di sinistra di Giordano a ipotizzare un futuro turistico della città attraverso la valorizzazione della fascia costiera e il risanamento del centro storico. Quel progetto è però clamorosamente fallito nelle mani di De Luca, che per oltre 20 anni ha creduto (o fatto credere) di poter trasformare una media città costiera del Mezzogiorno d’Italia che nel frattempo aveva visto dissolversi il proprio apparato produttivo, in una sorta di Montecarlo in salsa campana disseminando qua e là qualche opera griffata da una cosiddetta archistar, realizzata però con i tempi e con la notoria qualità nostrana. La giostra delle lucine di Natale è stata un colpo di genio del nostro, una sorta di “carta della disperazione” che, supportata dalla massiccia propaganda mediatica che accompagna ogni sua iniziativa, per un certo periodo ha funzionato ma da qualche tempo inizia a mostrare la corda. Adesso lo slogan è quello della riconversione addirittura balneare della città, cosa che richiederebbe investimenti enormi sia in termini di risanamento del tratto costiero, che di interventi necessari per adeguare il sistema depurativo, i corsi idrici che spesso attraversano territori di altri comuni e le strutture, assolutamente inadeguate nella maggioranza dei casi. Anche questo progetto, francamente, mi sembra scritta sull’acqua. Salerno ha un centro storico ricco di testimonianze romane e alto medievali, nel complesso ben conservato, ma non può certo considerarsi una città d’arte perché il suo patrimonio monumentale è troppo esiguo per attrarre masse di visitatori, come del resto la grande maggioranza delle città del Mezzogiorno indipendentemente dalle dimensioni. Sono d’accordo con chi ritiene che il ruolo di Salerno possa essere quello di fungere da base logistica di partenza per visitare località vicinori dotate di ben altre attrattive, non c’è nulla di disonorevole in ciò, anzi potrebbe rappresentare una risorsa se ben sfruttata. Ma c’è bisogno di sinergie e del supporto di trasporti e infrastrutture che funzionino e siano organizzati con criteri ben diversi da quelli attuali. Il turismo non lo si crea per decreto né tanto meno lo si sbandiera come slogan elettorale una volta registrato il fallimento di tutte le altre ricette.
Il problema è che Salerno vuole avere sempre tutto e il contrario di tutto. Presentarsi cjoè con una sembianza a due facce (San Matteo docet): città turistica e città industriale; città moderna con monumenti all’ultimo grido e città storica; città affacciata sul mare per farne strumento di redditizie vie di comunicazioni marittime e anche sede di attrazioni balneari lungo la fascia costiera.
Purtroppo sviluppi parziali delle attività connesse hanno sempre stentato a far consolidare una decisa fisionomia alle suddette aspirazioni. Quando ancora esistevano le spiagge al porto, certo non potevano minimamente competere ad esempio con quelle di Rimini o di Riccione e al massimo determinavanoun turismo balneare nostrano. Quando si immaginò di insediare un polo industriale (peraltro in una posizione infelice e di impedimento a eventuali diverse destinazioni di quelle aree) nessuno dubitò che si trattasse di qualcosa realmente basato su solide basi. L’ubicazione del porto fu decisa dopo lunghi confronti fra diverse opinioni: l’attuale posizione non è quella ottimale e andrebbe potenziata con infrastrutture più idonee (leggi raccordi ferroviari). Tuttavia chiederne la delocalizzazione appare allo stato puramente utopico. Il centro storico potrebbe essere potenzialmente una risorsa ma necessita di investimenti a tante cifre per interventi risanatori veramente efficaci e produttivi. Quello che si è fatto negli ultimi decenni, pur con tutti i distinguo, le critiche,i ricorsi a vie legali, le avverse posizioni assunte fra le forze politiche e gli ambienti industriali, è servito quanto meno a risvegliare una città sonnacchiosa, chiusa nel suo guscio e menzionata solo perchè capoluogo di una provincia, questa sì sede di rinomate località artistiche e turistiche.
L’arrivo di turisti ha i suoi pro e i suoi contro. È il doppio aspetto di un fenomeno che bisogna saper fronteggiare e accettare senza recriminazioni se le cose non vanno nel senso voluto. Caso mai vanno ricercate le cause e porre i dovuti rimedi.