La sentenza è stata emessa ieri dalla terza Corte di appello di Roma che ha aggravato di un anno il verdetto emesso in primo grado a carico del prelato ritenendo valida anche l’imputazione di corruzione oltre alla calunnia. Lo scrive Il Mattino oggi in edicola
Al centro dell’inchiesta, che nel 2013 portò in carcere monsignor Scarano, il tentativo di far rientrare dalla Svizzera circa 20milioni di euro a bordo di un jet privato: secondo le accuse, l’ex contabile dell’Apsa (l’amministrazione del patrimonio della sede apostolica) avrebbe versato 400mila euro all’ex 007 Zito per l’operazione di rientro del denaro.
Per la Procura romana, il ruolo di monsignor Scarano sarebbe stato quello di far transitare i soldi su uno dei due conti correnti aperti presso lo Ior, denominato «fondi per anziani» organizzandosi con Carenzio (che teneva il denaro su un conto in Svizzera) e Zito (che programmò il tragitto con tanto di scorta armata).
Il monsignore è ancora a giudizio per riciclaggio e usura. Due sono i processi pendenti a Salerno
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