Lo annuncia l’avvocato Angelo Pisani, legale di un contribuente, che aveva presentato ricorso per cartelle esattoriali di contributi previdenziali Inps. In I grado il Tribunale aveva rigettato il ricorso sottolineando che si prescrivevano in 10 anni e che quindi, avendo ricevuto la notifica, la prescrizione non si poteva eccepire.
La Corte d’Appello invece ha ribaltato la sentenza di primo grado sottolineando che il contribuente ha sempre diritto di eccepire la prescrizione, una volta maturata anche dopo una corretta notifica.
«I Tribunali e le Commissioni tributarie -spiega Pisani- quando i contribuenti si oppongono alle pretese esattoriali del fisco molto spesso dichiarano i ricorsi inammissibili perché ritengono che la prescrizione sia decennale quando invece la legge stabilisce per ogni specifico credito una prescrizione precisa.
Il secondo problema -continua l’avvocato- è che molto spesso i contribuenti si oppongono a ipoteche esattoriali illegittime, fermi amministrativi irregolari, pignoramenti improcedibili e la grande maggioranza dei giudici dichiarano i ricorsi inammissibili perché dicono che una volta ricevuta la notifica della cartella, anche se molti anni prima, non si potrebbe più esercitare il diritto di difesa, eccependo la prescrizione».
«Invece questa sentenza della Corte d’Appello – sottolinea Pisani – ha riformato la sentenza del Tribunale di primo grado e ha stabilito che la prescrizione per questi specifici crediti è quinquennale e non decennale. Poi ha stabilito che tutti i contribuenti hanno sempre interesse a difendersi e a impugnare un estratto di ruolo esattoriale anche se l’hanno ricevuto sei anni prima, come in questo caso, perché la prescrizione è un diritto che il contribuente può sempre eccepire a sua difesa»
Fonte Le Cronache in edicola giovedì 21 febbraio 2019
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