Ad oggi, però, non è ancora arrivata la pubblicazione integrale delle motivazioni: mancano quelle della sentenza relativa a Tim. Palazzo Spada, dunque, si è trovato nella condizione di non poter confermare i rimborsi, nonostante avesse indicato la scadenza del 31 marzo per la decisione finale. A questo punto, il Consiglio di Stato – a quanto si apprende – ha rinviato la decisione riguardante tutti i rimborsi (anche relativi a Wind 3, Vodafone e Fastweb dei quali sono note le motivazioni del Tar), a fine maggio.
Ricordiamo che – a quanto stabilito da Agcom e confermato dal Tar del Lazio, ma sospeso dal Consiglio di Stato – gli utenti hanno diritto ai giorni persi da giugno 2017 a fine marzo 2018, equivalente a quasi un mese di canone (per chi ha un abbonamento attivo da giugno o da prima, come nella maggior parte dei casi).
Non sono soldi, ma è lo spostamento dell’addebito in avanti per un corrispondente numero di giorni (equivale quindi a usare gratis il servizio, insomma). Comunque, un danno notevole, in termini di mancati ricavi, per gli operatori, per svariate decine di milioni di euro. Che quindi stanno facendo battaglia in tutti i modi possibili. “Siamo sconcertati: un altro rinvio a un diritto dei consumatori, in una vicenda che si trascina per due anni”, dice Ivo Tarantino di Altroconsumo.
“In questo modo, diventa molto difficile difendere gli interessi dei consumatori perché, a causa di questi tempi biblici della giustizia, passa il messaggio che gli operatori possono fare quello che vogliono”, aggiunge. Nelle motivazioni delle sentenze del Tar già pubblicate, comunque, non sembrano esserci dubbi sulla liceità dei rimborsi. Il Tar li conferma, ma ha chiesto ad Agcom di rimodulare le sanzioni (dimezzandole). Agcom non l’ha fatto ancora, perché del resto le sanzioni sono poca cosa per gli operatori rispetto ai temuti rimborsi. Che sono riusciti così, ancora una volta, a rinviare
… poi dicono che sono i mafiosi (del SUD in particolare) che danneggiano l’Italia.
Come le banche, le assicurazioni e le finanziarie.
Se “acchiappo” la Tatcher altro che femminicidio.