Chiesto in particolare l’impegno della Regione Campania. «Pur stabilendo, nella legge 14 del 2016, il principio della ricollocazione in primis del personale dei Consorzi di Bacino con divieto di assunzione nel settore igiene ambientale, non ha stabilito sanzioni nei confronti di coloro che violano tale norma.
Quasi tutte le amministrazioni comunali hanno indetto gare di affidamento dei servizi non inserendo il personale interdetto (amministrativi e intercantieri) nei bandi di gara e nel settore le società private continuano ad assumere personale ex novo. La situazione è drammatica e paradossale: assistiamo al dramma sociale di 42 persone a cui non viene data la possibilità di lavorare nel loro settore.
Il Consorzio (Ente pubblico i cui soci sono i Comuni) dovrà comunque riconoscere a questi lavoratori l’80% della retribuzione e, pertanto, i Comuni che hanno omesso di assumere i lavoratori di fatto pagheranno le retribuzioni senza avere alcuna attività in cambio». Una questione, sottolinea, portata all’attenzione di prefettura di Salerno, Regione Campania, Ente d’Ambito e amministrazioni locali, finora senza risultato.
«Abbiamo proposto anche eventuali soluzioni che tardano ad essere messe in atto. Se non si riuscirà a dare risposta e dignità ai lavoratori, assisteremo al fallimento della politica e dello Stato che risulterebbero incapaci di far rispettare le leggi e indurre i territori ad azioni di buon senso».
Ma cosa hanno fatto i sindacati a difesa di tutti i lavoratori del Consorzio e non solo di alcuni eletti?
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