I legali di palazzo di città erano gli avvocati Antonella Barone e Aniello Di Mauro. Nella querelle anche il condominio Palazzo Luongo (dove si trova il bar), rappresentato dai legali Gaetano e Rosaria D’Emma.
Le società del locale “Gran Caffè Canasta” sono stati altresì condannati in solido al pagamento delle spese giudizio liquidate in complessivi € 4.000, oltre agli accessori, di cui €. 2.000,00 oltre accessori come per legge in favore del “Condominio Palazzo Luongo” e €. 2.000,00 oltre accessori come per legge in favore del Comune di Salerno. Lo scrive il sito OttoPagine.it
Il Consiglio di Stato mette fine alla vicenda giudiziaria che vede, da tempo, contrapposti, Comune di Salerno e condominio che sostenevano che il porticato fosse ad uso pubblico, e le società Ristobar srl e Prestige srl, del Canasta, che, invece, lo ritenevano destinato a uso privato.
Già il Tar di Salerno, lo scorso anno, aveva rigettato il ricorso delle società, sottolineando come i porticati siano da considerare alla pari del suolo pubblico.
Il Consiglio di Stato – scrive Il Mattino – chiarisce che, «come emerge dalle immagini reperibili dal sito web della stessa società e dalle foto della “Street view” di Google, gli elementi di arredo nel portico gravato da servitù di uso pubblico sottostante il palazzo occupano integralmente, non solo la porzione posta sotto il portico prospiciente il lungomare, ma si estendono fino al limitare del marciapiede».
Quindi, l’interesse pubblico è «facilmente individuabile nella notevole limitazione del pubblico passaggio causato sia dalla pergotenda prospiciente la parte esterna al portico e sia dagli arredi che, salvo una striscia di non più di 80 centimetri circa, finiscono per impedire quasi del tutto il pubblico passaggio dei pedoni nella zona protetta dal portico».
Anche qualche altro esercizio in Piazza della Concordia si è appropriato del passaggio pedonale,o no?