Calcio: meno soldi da Coni, Macalli e Tavecchio attaccano

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soldi_calcioMeno soldi dal Coni al calcio, rispetto ai 62 milioni incassati nel 2013? Di questo argomento di cui si discute da quasi un anno, si è tornati a parlare oggi quando il presidente della Lega Pro Mario Macalli, a margine della ‘Giornata di lavoro sull’impiantistica’ organizzata dalla Lega Pro e Coni Servizi, ha detto che ”chi vuole una cosa di questo genere ha capito poco di quello che fa il calcio: se fai una Canzonissima e usi le canzoni degli altri, il paroliere e il compositore di quella canzone prendono i diritti d’autore’‘. Macalli ha dato l’impressione di avere particolarmente a cuore questo argomento e ha rimarcato anche che ”prendiamo in totale 68 milioni di cui 6 milioni sono per pagare gli stipendi di quei dipendenti che erano del Coni e ora sono con noi. Sessantadue milioni di euro contro un miliardo di imposte, quelle che versiamo allo Stato”.

Come dire che il mondo del pallone fa abbondantemente la propria parte e non riceve ‘regali’ da nessuno. La prende con maggiore ‘filosofia’ il presidente della Lega Dilettanti Carlo Tavecchio, convinto che alla fine nulla muterà. ”Aspetterei a dire che il Coni darà meno soldi al calcio – ha detto – e che abbia intenzioni di danneggiare la gallina che fa le uova. Il calcio tiene in piedi tutto il sistema sport in Italia, e dà più di ciò che riceve. Sarebbe poco lungimirante crearci dei problemi, e mi auguro che vengano confermate le cifre che prendiamo adesso. Se si parla da quasi un anno di modificare questo contributo ma nulla è ancora stato fatto un motivo ci sarà…”. Non poteva mancare un intervento anche dal presidente della federazione di atletica leggera Alfio Giomi, uno di coloro che hanno idee opposte a quelle dei dirigenti del calcio. ”Pongo un problema di metodo e non di merito – ribadito oggi -: non ci sono più i presupposti perché una federazione sia considerata al di sopra di tutte le parti. Gli altri, ovvero federazioni e enti sportivi, ricevono fondi in base a parametri complicatissimi, vengono usati perfino degli algoritmi, e la Figc no. Io non contesto il calcio, ma dico solo che questa federazione dovrebbe sottostare ai parametri che valgono per le altre”. ”Se in base a questi stessi parametri – ha concluso -, che devono valere per tutti, il calcio prenderà anche più di adesso, a me andrà benissimo”.

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