«Oggi Repubblica – scrive Picarone in un post rilanciato anche sulla bacheca facebook del governatore De Luca – ha usato un tono scandalistico per dare una notizia falsa, attribuendo a De Luca il ripristino dei vitalizi in Campania. Sergio Rizzo, attento cronista dei privilegi della “casta”, dovrebbe sapere, e sicuramente saprà che :
a) non è la legge di De Luca ma del Consiglio Regionale, approvata all’unanimità da tutti i gruppi.
b) non ripristina un bel niente limitandosi ad applicare gli indirizzi della Conferenza Stato-Regioni (intesa del 3.4.2019 e odg unanime della Conferenza del 17.4.2019), non attribuendo nemmeno una virgola in più di quanto già attuato altrove, circa contenuti e decorrenze dei diritti, con almeno un milione risparmiato ogni anno.
c) quando la regione aveva abolito i vitalizi (legge regionale 38/2012) aveva già istituito con la stessa legge, a decorrere dalla X legislatura (dal 2015 cioè) per i nuovi consiglieri regionali un regime contributivo perfettamente esigibile e le aliquote in vigore per i dipendenti pubblici (all’incirca le medesime). Quindi si è fatto quello che si doveva, attuando un indirizzo della Conferenza per armonizzare i trattamenti con altre Regioni e Parlamento, per i vecchi vitalizi e il nuovo regime.
d) Rizzo non riporta le cifre ma solo le aliquote. E’ meglio chiarirle per far capire a tutti di che si parla. Dalla X si versa l’8,8% delle indennità lorde (precisamente € 586,08 mensili tassate non deducibili né detraibili, a differenza dei dipendenti pubblici e privati) percependo, per una consiliatura, a 65 anni, tra i 600 e i 700 euro mensili al lordo delle imposte (al netto, quindi, la cifra mensile percepita mensile sarà anche inferiore a quella mensile versata).
e) di vitalizi si può parlare, piuttosto, quando si percepisce per una legislatura 2300 euro netti mensili come prima della riforma che li ha tagliati e fino al 2015;
f) Indennità di fine mandato: nessun colpo di mano. Qui, ancora una volta il Consiglio ha attuato l’indirizzo della Conferenza delle Regioni che per Consiglieri e Assessori ha voluto lo stesso trattamento.
CONCLUSIONI: nella Regione Campania accade, con la legge approvata, né più né meno di quello che succede per le altre Regioni e per il Parlamento, dopo la riforma e il taglio dei vitalizi e l’introduzione del regime contributivo. Il 28 maggio il Consiglio ha effettuato un passo decisivo in tale direzione».
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