L’umanizzazione delle cure è un percorso preciso, con obiettivi concreti e misurabili. Mettere il paziente, e non la malattia, al centro del percorso terapeutico è possibile e misurabile. Questo concetto segna il passaggio da una concezione del malato come mero portatore di una patologia ad una vera persona con i suoi sentimenti, le sue conoscenze, le sue credenze rispetto al proprio stato di salute.
Tale percorso terapeutico, che permette quindi al paziente di sentirsi una persona e non un numero, richiede uno sforzo organizzativo e l’acquisizione di un metodo che nasce fin dalla formazione universitaria. Tutto il personale deve lavorare sinergicamente, non seguendo logiche di reparto, ma una sola logica:il paziente e la sua malattia.
Nel 2016 l’Azienda Ospedaliero Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” ha intrapreso un percorso di umanizzazione delle cure finalizzato al miglioramento professionale ed umano. Il punto di partenza è stata la Terapia Intensiva Neonatale (TIN): un’area ad alta intensità terapeutica per pazienti ad elevata criticità; ed è proprio qui che l’attenzione e la concentrazione delle cure spesso determinano una minore attenzione al rapporto “umanizzato” paziente-persona.
Destinatari del progetto “600 grammi di Umanità” sono stati i bambini ed i genitori che accedono alla TIN e che vivono l’esperienza della nascita pretermine del proprio figlio e l’équipe multidisciplinare che opera all’interno del reparto.
Analizzando i bisogni individuati, attraverso interventi formativi, cambiamenti organizzativi e percorsi di sostegno alla coppia genitoriale all’interno del reparto, si è cercato di aumentare il grado di soddisfazione degli utenti rispetto ai servizi assistenziali ricevuti e di ridurre il disagio e la paura vissuta dai genitori che vivono l’esperienza della nascita prematura del proprio figlio.
Grande, infatti, è la paura dei genitori quando per la prima volta incontrano il loro piccolo, ancora di più di quando questi non pesa più di 600 g e si trova all’interno di un’incubatrice…
Garantire un approccio “umanizzato” della Terapia Intensiva Neonatale significa dare rilievo al contesto ambientale e personale nel quale le cure vengono fornite, garantire un supporto al legame madre/famiglia-neonato, anche in condizioni estremamente critiche, attraverso il coinvolgimento nelle cure, l’accesso illimitato al reparto, la promozione dell’allattamento materno, la promozione del contatto con il piccolo.
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