Padre e figlio avranno dunque diritto ad un risarcimento per ingiusta detenzione. Un risarcimento già concesso dalla Corte d’Appello di Salerno e al quale s’erano opposti gli inquirenti per ben due volte con un’impugnazione che ora la Cassazione ha rigettato.
Nel gennaio del 2010 il comune della provincia di Salerno fu sconvolto dalla vicenda legata ad una ipotesi di un aberrante giro pedopornografico. I due, padre e figlio, finirono in carcere per 248 giorni con l’accusa di aver violentato una ragazzina già dall’infanzia. Rispettivamente figlia e sorella, allora era poco meno che tredicenne.
Furono poi coinvolti presunti complici ipotizzando così un traffico di video di natura pornografica e violenze anche su altri minori. Solo nel luglio del 2016 la Procura ha chiuso il fascicolo formulando richiesta di archiviazione che fu immediatamente accolta dal giudice delle indagini preliminari.
Intanto la famiglia aveva perso le tracce della ragazza, ormai maggiorenne, la quale fu affidata prima ad una insegnante e poi ad una struttura di accoglienza.
Fonte Il Mattino
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