L’accusa nei suoi confronti era detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Il pubblico ministero Giancarlo Novelli ha sintetizzato l’intera vicenda nella richiesta di archiviazione formulata al gip, che l’ha accolta in pieno. Era stato lo stesso Panico, incensurato, persona di sani principi, titolare della società “Telcom Reti srl” che effettuava sull’isola di Capri lavori di installazione e manutenzione dei cavi telefonici per conto della Sirti, ad “aprire gli occhi” al magistrato ipotizzando una simulazione di reato nei suoi confronti con l’obiettivo di favorire propri “concorrenti”. L’indagato, in pratica, rappresentò al Pm che il rinvenimento della droga (nascosta da altri in quella macchina a sua insaputa per incastrarlo e per farlo andar via da Capri) portò in maniera quasi automatica la Sirti alla sostituzione della “Telcom Reti srl” con un’altra società – in questo caso caprese, la “Edil Capri” – nei lavori telefonici.
Il quadro probatorio emerso dalle attività di indagine condotte dal Pm va in linea con quanto sostenuto dall’imprenditore salernitano: il magistrato nella richiesta di archiviazione ribadisce che gli elementi acquisiti non consentono di ritenere che la sostanza stupefacente rinvenuta nell’autocarro sia riconducibile a Panico, sia perché quel veicolo era nella disponibilità di diversi operai della propria ditta ed accessibile anche ad operai della ditta concorrente, sia per la possibile ricostruzione alternativa emersa: simulazione di reato, nel caso specifico indurre a credere che Panico fosse uno spacciatore in modo da spingere la Sirti ad estrometterlo dai lavori a Capri (cosa che puntualmente avvenne). In merito a questa ipotesi, il Pm ritiene il coinvolgimento di un giornalista caprese, indicato agli atti con tanto di nome e cognome come fonte confidenziale che riferì alla Polizia della presenza della cocaina in quella auto, in concorso con un suo amico imprenditore locale, concorrente della ditta di Panico, a cui la Sirti affidò i lavori di manutenzione dopo l’estromissione della “Telcom Reti srl”. Costantino ritiene che sia opportuno far conoscere ai tredici lettori del giornale che il giornalista indicato come confidente della Polizia non è altri che il noto Felice Spinella. Il Pm inserisce negli atti un particolare interessante, a conferma di ciò: lo Spinella risulta che già fosse a conoscenza dell’operazione antidroga alcuni giorni prima avendolo anticipato telefonicamente a un sostituto commissario. “Inverosimile veggente o astuto ideatore di un piano strategico?” scrive il magistrato, aggiungendo che lo Spinella in sede di interrogatorio in quanto persona sottoposta a indagini ha “negato reiteratamente e spudoratamente” di aver fatto la soffiata.
Chiuso con un’archiviazione il procedimento a carico di Marcello Panico del tutto estraneo a quelle vicende, ora è aperto un procedimento parallelo per reati connessi o collegati finalizzato a ricostruire e accertare le varie responsabilità di quella che è senza ombra di dubbio una pagina di vergogna per Capri.
Essere persone oneste in Italia,ti rende la vita difficile.Per fortuna al Sig. Panico è andata bene,ma chi gli ripaga le sofferenze che ha subito in questa vicenda?