I come Italia. Per quelli che l’Italia è il più bel paese al mondo. L’Italia annovera bellezze e bruttezze in pari misura. Vai a Roma, il biglietto da visita, e trovi in bella mostra rifiuti, gabbiani, cinghiali. In compenso non trovi i bus, solo ad alcune fermate la paletta indica l’orario del passaggio, nelle altre devi scrutare gli astri in cerca del segnale giusto.
A Termini non trovi i taxi se non dopo un’attesa che dura più del viaggio in AV. Poi rivedi La grande bellezza e ti chiedi dove Sorrentino abbia scovato i siti delle passeggiate di Jep Gambardella.
L come Londra. Ora che a Downing Street comanda Boris Johnson ne vedremo delle belle. Il suo proclama “Brexit entro il 31 ottobre” è tutto da vedere. Anche senza accordo? Riceve le congratulazioni di Trump, che potrebbe durare al potere per altri cinque anni mentre il rapporto del Regno Unito con l’Unione è destinato a durare molto più a lungo.
A meno che l’Isola Britannica non percorra l’Atlantico fino all’altra sponda. Per ora deve avere a che fare con Michel Barnier, il negoziatore europeo non è disposto a sconti se non meramente cosmetici. Dall’1 novembre a Londra saremo cittadini di un paese terzo.
M come Milano. Che ci vai a fare d’agosto col caldo umido e le zanzare padane? E’ il solo momento dell’anno in cui i milanesi non lavorano né ci sono fiere a intasare i luoghi. Da sede Expo a sede Olimpiadi invernali non sa più cosa escogitare per essere all’avanguardia. Ne siamo indirettamente fieri: molto lustro viene dai meridionali che ci studiano, ci lavorano, si accasano.
N come Napoli. E’ percorsa dai turisti come non mai. Ha ospitato le Universiadi senza colpo ferire. Non si hanno notizie di attentati, scippi, crimini di sangue. Ecco perché la stampa ha ignorato la manifestazione: se non ci scappa almeno un morto ammazzato, di cosa scriviamo. In compenso della città scrive Maurizio De Giovanni. L’ultimo suo Ricciardi è il malinconico passo d’addio.
O come Ontario. Quando la canicola ti prende al volto come se aprissi lo sportello del forno per tirare fuori l’arrosto, solo che l’arrosto sei tu, hai voglia di fresco, boschi, spazi. Il Canada è tutto questo e anche più. Non ci stanno il pesce all’acqua pazza né le percoche nel vino bianco. O te li porti appresso o rimpiazzi con lo sciroppo d’acero sulle frittelle.
P come Palermo. Condivide con Napoli le prime pagine quando accade un bel fatto di sangue. Si divide da Catania sulla disputa fondamentale: quale la vera cassata e quale il vero cannolo. Alcuni la risolvono assegnando il cannolo a Palermo e la cassata a Catania. O è il contrario?
R come Rutger Hauer. L’attore olandese di numerosi film è ricordato per uno solo: Blade Runner. L’avremo visto decine di volte nei diversi montaggi voluti da Ridley Scott, sempre palpitiamo alle musiche di Vangelis che fanno da sottofondo al dialogo fra il replicante Rutger Hauer e l’investigatore Harrison Ford. Il testo è così struggente che fu lo stesso Hauer a scriverlo e imporlo al regista. “Ho visto cose che voi umani…” è l’incipit per dire l’indicibile della morte.
S come Salvo. E’ quello consegnato da Andrea Camilleri a milioni di lettori. “Montalbano sono” e scatta il grato applauso per il Maestro che non c’è più.
di Cosimo Risi
Prendo congedo dai lettori di Salernonotizie.it, ne avranno abbastanza di leggermi, la pausa finisce con la fine di agosto. Buone vacanze.
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