A scoprire quanto accaduto, alle prime ore del mattino di ieri, il proprietario del bestiame, risalito verso Santa Maria dei Monti, a circa mille metri d’altitudine, per aprire il recintato e consentire il libero pascolo agli animali. Ma per Maurizio Mansi, 40 anni, tutti impiegati nella pastorizia, è stata una mattinata da incubo: il suo gregge sembrava essere spariti nel nulla. In preda all’ansia ha allertato i suoi parenti che lo hanno raggiunto sul posto: insieme hanno cercato di ricostruire il percorso degli animali nella notte.
Duecentocinquanta capi di bestiame che si muovono in contemporanea inevitabilmente lasciano tracce che li hanno condotti dal lato opposto del versante dei Lattari, ad Agerola. Stando alla ricostruzione dei Mansi, la transumanza si sarebbe conclusa sulla strada rotabile, nei pressi del traforo.
Con tutta probabilità gli animali sarebbero stati caricati a bordo di più automezzi. Con loro anche i cani pastore che hanno guidato il gregge nella notte. Il fatto è stato denunciato alla stazione dei Carabinieri di Pimonte che per le indagini potrebbero avvalersi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona. Informati anche i Carabinieri della Stazione di Ravello.
Gli animali, provvisti di “bolo endoruminale”, il microchip con tutti i dati di riconoscimento, potrebbero essere individuati solo prima di un’eventuale macellazione clandestina. Per Marco Mansi e la sua famiglia un danno enorme se si pensa che quella della pastorizia era la loro prima fonte di reddito.
Non è la prima volta che sui monti di Scala si verificano episodi a danno di greggi: nell’ottobre del 2016 vennero rubate 12 capre in località Senite, nel novembre del 2012 avvelenate 12 pecore. Conseguenza di regolamenti di conti o inosservanze di regole di convivenza montana non scritte.
Fonte Il Vescovado.it
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