Le proteine dell’Alzheimer. Per capire il funzionamento del test del sangue che identifica il rischio Alzheimer, dobbiamo fare un passo indietro e andare a vedere cosa ci fa capire che abbiamo o stiamo sviluppando la malattia. Gli esperti spiegano che per misurare il rischio Alzheimer è possibile misurare il livello di proteine amiloidi nel sangue che, depositandosi, sono in parte responsabili dei sintomi di questa malattia: nello specifico quelle misurate sono la beta amiloide 42 e la beta amiloide 40.
Come funziona il test. Gli scienziati spiegano dunque che attraverso le misurazioni delle proteine beta amiloidi nel sangue delle persone è possibile identificare il rischio Alzheimer. Lo studio sul test. Per giungere alle loro conclusioni, gli esperti hanno messo a confronto dati relativi all’età dei partecipanti, che è un fattore di rischio superati i 65 anni, il sesso, visto che due terzi dei pazienti sono donne, e la variante chiama APOE4, che incrementa il rischio Alzheimer dalle 3 alle 5 volte.
Lo studio ha dimostrato che unendo i dati raccolti dalla tomografia a emissione di positroni, che identifica le placche di beta amiloide, l’età e l’APOE, il test del sangue realizzato era in grado di identificare lo sviluppo dell’Alzheimer con una precisione del 94%. Il futuro. Per adesso si tratta di un test sperimentale ma gli scienziati puntano a poterlo sfruttare un giorno come test di base per la diagnosi precoce dell’Alzheimer.
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