Invece, carabinieri e alcuni gestori di lidi balneari, affermano che Vazzana, naufrago per diverse ore, è stato recuperato in realtà a poche centinaia di metri dalla riva. Era nascosto tra gli scogli con alle spalle l’ombra del Castello Ruffo di Scilla che domina lo Stretto.
Al Corriere della Sera ha raccontato qui drammatici momenti, puntando il dito contro i soccorritori:
Devo la vita a me stesso, perché sono stato capace di non perdere la testa, di usare il cervello e risparmiare le forze. Dopo essermi tuffato, portandomi dietro il materassino, mi sono sdraiato a pancia in su e forse, ho avuto un colpo di sole, insomma sono svenuto. Mi sono svegliato dopo circa venti minuti che ero già distante dalla riva. Ho cercato di girarmi ma, nel farlo, ho notato che il materassino si era bucato”.
Col freddo che si faceva sempre più pungente, Vazzana ammette di aver avuto paura di morire:
Non ho pensato di morire annegato, piuttosto per ipotermia. Sentivo il corpo ghiacciato, i denti battevano da soli. Ho persino vomitato. Non mi sono sconfortato, però. Dicevo: domattina mi ritroveranno e intanto, per non pensare, guardavo dal mare i fuochi pirotecnici per i festeggiamenti in onore di San Rocco, protettore di Scilla.
Fonte FanPage.t
“Soccorsi in ritardo” , alle prossime elezioni vota per Cettolaqualunque, lui mettera’ un bagnino per ogni ombrellone.