La sabatino, insieme a Valeria Saladino, 29 anni, psicologa e dottoranda presso l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, e alla dott.ssa Grazia Pastorino, 36 anni, specializzanda in Neuropsichiatria Infantile presso l’AOU Salerno, ha costituito il primo nucleo di un gruppo di ricerca per lo sviluppo di un progetto sperimentale interdisciplinare, orientato all’applicazione di nuove metodologie per i trattamenti terapeutici per i pazienti autistici.
Dopo aver sottoscritto un Protocollo d’intesa tra il Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione e il Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria “Scuola Medica Salernitana” dell’Università degli Studi di Salerno, il Dipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, l’Istituto per lo Studio delle Psicoterapie di Roma e l’Associazione Culturale Gruppo Pensiero, l’attività pratica di ricerca è stata avviata presso l’ambulatorio di Neuropsichiatria Infantile dell’AOU di Salerno, sotto la guida e la direzione del primario, Prof. Giangennaro Coppola.
Basandosi sulle teorie e le pratiche più avanzate della Medicina Narrativa contemporanea, che pone al centro la comunicazione, la narrazione e la comprensione delle diverse storie di quanti intervengono nella malattia e partecipano al processo di cura, l’equipe ha elaborato e proposto un primo studio clinic, che già vede l’approvazione del Comitato Etico Campania Sud e dell’Istitutional Review Board dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.
Secondo una metodologia innovativa, che coniuga insieme le tecniche del documentario partecipativo e del counseling strategico breve, l’equipe segue costantemente con le macchine da presa le azioni e le comunicazioni tra i partecipanti, osservando così da vicino le dinamiche familiari e mostrando poi loro le problematiche comportamentali su cui è necessario intervenire.
I genitori sono coinvolti in prima persona in sedute di parent training e i giovani pazienti sono incitati a diventare sceneggiatori, registi e protagonisti di un cortometraggio autobiografico, definito “videofarmaco”, che racconta la storia della loro esperienza di cura.
Il Therapeutic Filmmaking, ossia il processo di fare il film in cui i partecipanti sono coinvolti, è l’elemento metodologico più innovativo e allo stesso tempo più efficace del protocollo proposto dal giovane gruppo di ricerca.
Gli outcome valutati prima e dopo la partecipazione al progetto sono stati estrapolati dalla somministrazione di test standardizzati che hanno tenuto conto di diverse aree. Di sicuro quello che possiamo definire miglioramento delle prestazioni ha riguardato le aree sociali, della comunicazione, dell’adattività e l’impatto sul sistema famiglia.
Sotto la direzione del Prof. Coppola, la supervisione del Prof. Filippo Fimiani, docente di Estetica presso l’Università degli Studi di Salerno, e Filippo Petruccelli, docente di Psicologia dello Sviluppo presso l’Istituto per lo Studio delle Psicoterapie di Roma, insieme alla Prof. Valeria Verrastro e alla dott.ssa Francesca Operto, oltre ai partner Associazione Culturale Gruppo Pensiero e Associazione Sviluppo psicosociale, il gruppo di ricerca ha concluso con successo i primi trattamenti e sta adesso lavorando per ampliare il campione.
La buona riuscita del progetto ha condotto all’apertura di un ambulatorio dedicato esclusivamente alle Videoterapia e al Therapeutic Filmmaking per i Disturbi dello Spettro Autistico. L’ambulatorio è stato inaugurato il 4 ottobre 2019 presso l’AOU di Salerno ed è diretto dal prof. Coppola, primario e docente di Neuropsichiatria Infantile.
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