Non solo modi di ammalarsi diversi per uguali patologie, ma anche reazioni diverse davanti ai rischi per la salute conseguenti a stili di vita non salutari. In primis alcol, cattiva alimentazione e, in particolare, il fumo di sigaretta.
Proprio il tema del fumo sarà al centro del simposio: “Fumo di sigaretta e patologia reumatologica di genere: correlazioni e possibili alternative”: la sessione promossa da Philip Morris Italia con PMI Science, sarà condotta dalla Presidente AIDM Antonella Vezzani, e dalla Professoressa Maria Sole Chimenti, Ricercatrice presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e Presidente ReDO – Associazione delle Donne Reumatologhe.
“La medicina di genere e la salute della donna continuano a rappresentare temi di grande attualità e importanza e come AIDM siamo orgogliose di esserne portavoce sin dal 1921. Troppo spesso la differenza biologica tra uomo e donna è stata ignorata in medicina, così come la diversa incidenza di alcune patologie rispetto ad altre” ha spiegato la Dott.ssa Vezzani “Il fumo di sigaretta è senza dubbio emblematico in questo senso: diversi studi hanno già dimostrato una risposta differente delle donne rispetto agli uomini e negli ultimi 15 anni le diagnosi di tumore al polmone nelle donne sono aumentate del 45%. Nelle donne la potenza del fattore di rischio causata dal fumo è più elevata.”
Lo stesso Istituto Superiore di Sanità stima che in Italia siano 11,6 milioni i fumatori, più di un italiano su cinque. Di questi, 4,5 milioni sono donne, in aumento soprattutto nelle regioni del Sud Italia.
“Il fumo è causa di moltissime patologie, anche mortali: non solo polmoni ma anche cuore, apparato riproduttivo e malattie delle articolazioni.” Ha continuato la Prof.ssa Chimenti “Nel caso specifico dell’artrite reumatoide, tipica malattia di genere, i dati indicano come l’abitudine al fumo aumenti il rischio di sviluppare tale patologia. Si evidenzia inoltre come le modifiche negli stili di vita, come lo smettere di fumare, possano ritardare o addirittura prevenire l’insorgenza della patologia.”
Obiettivo dell’incontro quindi chiarire le correlazioni tra malattie di genere e fumo ma anche fare una riflessione sulle tecnologie alternative al fumo, come i prodotti a tabacco riscaldato e la sigaretta elettronica e il loro potenziale nella lotta contro il tabagismo.
“Fumare fa male e il nostro compito come medici rimane quello di provare in ogni modo a far cessare le pazienti fumatrici dall’abitudine al fumo. L’esperienza però ci insegna che molte volte le nostre pazienti non vogliono o non riescono a smettere di fumare, anche per motivazioni prettamente psicologiche. A queste pazienti è giusto fornire un’alternativa – sia essa la sigaretta elettronica o i prodotti a tabacco riscaldato – che grazie all’assenza di combustione sono in grado di ridurre le sostanze tossiche inalate rispetto al fumo di sigaretta.” ha concluso la Dott.ssa Vezzani
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