È partito il conto alla rovescia per il cambio d’ora: tra poco più di una settimana, nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre, dall’ora legale si passerà all’ora solare.
Ciò significa che, oltre a spostare le lancette indietro di un’ora, dalle 3 alle 2, ci sarà un’ora di buio in più tutti i giorni anche se ci sarà più luce alla mattina, almeno fino a domenica 29 marzo 2020, quando tornerà l’ora legale.
Tuttavia, questa potrebbe essere l’ultima volta che in Italia si passa dall’ora solare a quella legale. È infatti al vaglio della Commissione Europea la possibilità di abbandonare questo sistema e di lasciare a ogni singolo stato la libertà di scegliere quale ora adottare. Cosa succederà nel nostro paese? Lo sapremo soltanto tra qualche mese.
Il 27 ottobre si torna all’ora solare: cosa cambia
L’ora solare scatterà dunque alle 3 della notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre, quando bisognerà spostare le lancette indietro di un’ora, alle 2. Da questo momento, le giornate saranno più con corte, con un’ora di sole in meno, che però verrà recuperata alla mattina, ma si potrà anche dormire un’ora in più rispetto ai mesi in cui è vigore l’ora legale. Quest’ultima tornerà l’ultimo weekend di marzo, precisamente il 29 marzo 2020, quando le lancette verranno di nuovo spostate un’ora in avanti.
L’ora legale è stata utilizzata in Italia per la prima volta nel 1916, ma è entrata in vigore ufficialmente con una legge del 1965 per una questione soprattutto di efficienza. Dal punto di vista energetico, infatti, il cambio d’ora è molto importante per i risparmi. Basti pensare che secondo la società Terna, che gestisce la rete elettrica nazionale, grazie all’ora legale, in Italia si arriva a risparmiare 573 milioni di kilowattora, pari al consumo elettrico medio annuale di 210mila famiglie.
Gli effetti del cambio d’ora sulla salute umana
Il passaggio da ora solare a ora legale e viceversa può avere anche una serie di effetti collaterali sulla salute delle persone. Secondo alcuni esperti, infatti, molti fanno fatica ad abituarsi rapidamente al cambio d’ora, sperimentando spesso malesseri associabili a quelli del jet lag. Stanchezza, irritabilità, perdita di concentrazione e produttività sul posto di lavoro, nausea e inappetenza sono tra i più comuni e diffusi sintomi.
Del resto abbiamo un nostro orologio biologico, legato ai cosiddetti ritmi circadiani, ed è naturale avere delle difficoltà quando avvengono cambiamenti improvvisi come quelli introdotti dal passaggio tra ora solare e legale. Non a caso è stata scelta la domenica per far scattare il cambio d’ora: in questo modo le persone possono adattarsi in maniera meno traumatica alla variazione, dormendo un po’ di più, ed evitare errori di nell’arrivare a scuola o al lavoro.
Perché forse questo sarà l’ultimo cambio da ora legale a ora solare
Come è noto, questa potrebbe essere l’ultima volta che ci sarà il cambio d’ora, con il passaggio dall’ora solare a quella legale e viceversa. Il motivo è molto semplice e risiede nelle nuove direttive dell’Unione europea. Tra luglio e agosto 2018 era stata avanzata la proposta di abolizione del cambio dell’ora, fortemente voluta dai paesi del Nord Europa, con il lancio di un sondaggio nel quale veniva chiesto ai cittadini dell’UE se volessero o meno tenersi l’ora legale.
A tale quesito risposero più di 4,6 milioni di persone: l’84% chiedeva che il cambio dell’ora venisse abolito, mantenendo solo l’orario naturale e quindi l’ora solare. Il motivo della richiesta risiede nel fatto che mentre in paesi come la Spagna o l’Italia l’ora legale allunga effettivamente le giornate, al Nord, dove le giornate sono più estese, tale effetto non produce alcun beneficio.
Tuttavia, nella discussione che è seguita alla Commissione Europea non si è raggiunta una decisione univoca che accontentasse tutti i Paesi membri, per cui si è pensato persino di andare nella direzione di una decisione a blocchi con i Paesi meridionali dell’Ue che avrebbero potuto tenere l’ora legale per tutto l’anno, quelli settentrionali che invece avrebbero potuto avere per 12 mesi l’ora solare. Ad ogni modo dal 2022 ogni singolo Paese potrà scegliere se mantenere tutto l’anno l’ora legale o quella solare
Abolizione cambio d’ora: cosa potrebbe accadere in Italia
Quale sarebbe, in questa situazione, la decisione dell’Italia? Bisogna prima di tutto ricordare che l’ora legale è stata utilizzata nel nostro Paese per la prima volta nel 1916, ma è entrata in vigore ufficialmente con una legge del 1965, in un periodo in cui il fabbisogno energetico aumentava esponenzialmente. Poi dal 1996 fu adottata con un calendario comune in tutta Europa.
L’Italia non ha ancora preso una decisione sul da farsi, se mantenere il passaggio tra ora solare e ora legale oppure abolirlo. Ma il tempo stringe: il termine ultimo per decidere è infatti fissato ad aprile 2020. Da quel momento, chi vorrà tenere il cambio dell’ora dovrà farlo entro l’ultima domenica di marzo del 2021, mentre chi l’abolirà dovrà spostare le lancette indietro per l’ultima volta l’ultima domenica di ottobre del 2021.
Fonte Fan Page.it
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